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Attualità | 20 febbraio 2019, 09:32

I Treni storici finanziati dalla Regione non devono dimenticare la linea Alessandria-Alba

"il rimbalzare di un ripristino turistico di una linea Asti – Castagnole – Nizza Monferrato è pregiudizievole dell’attenzione della sottotratta Alessandria – Nizza Monferrato e del suo potenziale economico e sociale"

I Treni storici finanziati dalla Regione non devono dimenticare la linea Alessandria-Alba

Ė recente la notizia che la Regione Piemonte, attraverso gli assessorati ai Trasporti e al Turismo, finanzi per circa 500 mila euro i comuni per l’organizzazione di treni storici nel programma “Binari senza tempo”.

I destinatari di tale iniziativa sono i Comuni che afferiscono alle linee divenute turistiche come la Novara – Varallo, la Ceva – Ormea e la Asti – Castagnole delle Lanze – Nizza Monferrato e i dettagli sul calendario e sul numero di treni previsti verranno definiti in una serie di tavoli di lavoro che coinvolgeranno, oltre la Regione, gli Enti locali e la Fondazione FS.

A questo proposito è giunta in redazione, la riflessione, sulle tratte astigiane e su quella Alessandria - Alba di Giorgio Abonante e Angelo Marinoni.

"'Fu Nuto che mi disse che con il treno si va dappertutto, e quando finisce la ferrata iniziano i porti': una delle citazioni più belle di Pavese che si possano fare, e l'abbiamo spesso citata nelle numerose occasioni nelle quali le terre di Pavese hanno perso occasioni importanti legate alla loro ferrata.

Sorge immediatamente una domande tranchant: preso atto che il treno storico passa per Santo Stefano Belbo e quest’ultimo non abbia particolare interesse alla sua ferrovia e probabilmente nemmeno a Cesare Pavese della cui opera la ferrovia è pregnante coreografia, perché si continua a parlare di linea Asti – Castagnole delle Lanze – Nizza Monferrato quando questa non esiste e si continua scientificamente ad ignorare la linea Alessandria – Alba?

La domanda trova facile risposte nella sottovalutazione della linea ferroviaria pavesiana e nel subordine che il ripristino della rete complementare inopinatamente sospesa nel 2012 dalla Giunta Cota vive nella classe dirigente a troppi livelli del potere.

Sarebbe doveroso un ampio approfondimento e l’istituzione di un Osservatorio alessandrino su questo tema, tema che è stato, peraltro, risollevato anche dal sindaco Cuttica nella seduta del 27 dicembre.

Non mancano gli argomenti alle rivendicazioni del territorio ai decisori regionali e nazionali, come non mancano le occasioni per allargare all’ambito turistico l’estensione ad Alessandria del ripristino funzionale della linea pavesiana.

L’obiettivo resta, infatti, un ripristino commerciale della sottorete che insiste nel triangolo Alessandria – Asti – Alba, ma è chiaro che perdendone la dimensione e la configurazione corretta tutte le iniziative restano parziali e dall’efficacia limitata.

In un contesto dove, per ragioni soggettive e oggettive, non è difficile che il lettore si fermi ai titoli o alle frasi principali selezionandole usando come criterio discrezionale la propria parzialità, il continuo rimbalzare di un ripristino turistico di una inesistente linea Asti – Castagnole – Nizza Monferrato è pregiudizievole dell’attenzione della sottotratta Alessandria – Nizza Monferrato e del potenziale economico – sociale  e, contemporaneamente, del potenziale storico – culturale della relazione Alessandria – Alba.

Non si tratta di risolvere un problema molto grave dell’infrastrutturazione del Piemonte orientale con una corretta catalogazione, ma si tratta di non consentire di rimuovere una questione con la terminologia.

La cultura ha una funzione sociale fondamentale nelle dinamiche di sviluppo con tempi di ricaduta lunghi; gli investimenti fatti sulle attività economiche e sull’infrastrutturazione del territorio hanno invece una prospettiva più di breve/medio termine ma spesso sono il risultato proprio di una cultura attenta e matura. Se accettiamo il processo di rimozione terminologica rischiamo pertanto di soccombere anche sul potenziale impatto economico di investimenti che rischierebbero di dissolversi nell’infinito del “mai”.  

Sempre attendendo che Alessandria e Asti continuino il percorso iniziato il 27 dicembre, recentemente è stata anche diffusa una nota circa l’esito dell’ultima riunione del Tavolo della mobilità sostenibile di Asti con l’assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte nella quale viene annunciato lo slittamento non quantificato, forse sei mesi, della riapertura dell’esercizio commerciale della sotto-tratta Asti – Castagnole delle Lanze della linea Asti - Alba previsto in giugno.

La riapertura della sottotratta è fondamentale non solo per le evidenti ricadute positive sulla mobilità della zona, ma anche perché consente di impegnare il vettore al mantenimento di materiale e soprattutto del personale in zona rendendo più complessa la ricerca di impedimenti all’implementazione del servizio commerciale su tutto il percorso della Y Asti/Alessandria – Alba in un futuro possibilmente recente.

Le ragioni che sono state date alla Regione e che la Regione ha riportato al Tavolo di questo slittamento sono state imputate a RFI circa una incompleta predisposizione di un sistema di sicurezza e a Trenitalia circa l’indisponibilità di materiale rotabile.

Per quanto concerne RFI viene da domandarsi perché non si sia visto un solo cantiere negli ultimi quattro mesi pur essendo nota dal luglio 2018 la necessità di aprire all’esercizio nel giugno 2019 e una difficoltà di reperimento di materiale rotabile termico da parte di Trenitalia e per quanto concerne Trenitalia viene da domandarsi come sia possibile non trovare due (2) automotrici termiche nonostante due bandi di vendita di materiale rotabile ferroviario atto all’esercizio che la stessa Trenitalia ha pubblicato negli ultimi 18 mesi, l’ultimo bando è di quindici (15) automotrici termiche, questo al netto del fatto che risulta quantomeno risibile che la seconda multinazionale ferroviaria d’Europa e gruppo di livello mondiale non sia in grado di reperire due automotrici termiche con un anticipo di anni sulla richiesta.

In questo contesto per veder “rotolar del ferro”, usando un antico gergo, in Monferrato occorrerà riferirsi ancora per un discreto lasso di tempo ai treni storici e diventa quindi fondamentale una loro ottimizzazione sul territorio predisponendo il ripristino funzionale almeno storico del tratto Nizza Monferrato – Alessandria accompagnando i lavori con una ricca calendarizzazione di eventi sul tratto già ripristinato.

Occorrerà prima ancora formare un Tavolo alessandrino che affianchi quello astigiano in modo da unire le voci e essere portatori di un progetto condiviso e efficace su un territorio connesso più vasto e quindi politicamente più influente, questo al netto di una rivendicazione che non è politica nel senso competitivo del territorio, ma semplicemente di governo razionale del territorio. Onde evitare perdite di tempo e creare disallineamento fra decisori politici e personale tecnico (Slala, tecnici comunali, Azienda regionale per la mobilità, ecc.) sarebbe forse il caso di procedere con il primo e forse più logico risultato del 27 dicembre 2018: l’istituzione immediata di un tavolo di lavoro alessandrino e astigiano.  Senza dimenticare la campagna elettorale che incombe che speriamo possa vedere nei programmi di tutte le forze politiche candidate le proposte già ampiamente emerse in questi ultimi mesi di confronto".

Giorgio Abonante e Angelo Marinoni

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