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Sport | 31 luglio 2019, 09:13

Moise Kean “fa le valigie”, giocherà in Premier League: operazione da 40 milioni

La Juventus ha deciso di cedere il giovane attaccante, cresciuto calcisticamente ad Asti, agli inglesi dell’Everton

Kean con la maglia della Juventus

Kean con la maglia della Juventus

Quaranta milioni di euro, comprensivi dei bonus, e tre milioni di euro annui (contratto quinquennale) per il calciatore. A tanto ammonta, secondo il quotidiano inglese 'The Guardian', l’accordo economico che porterà il diciannovenne Moise Kean – promessa del calcio italiano e della Nazionale di Mancini, nato calcisticamente ad Asti – all’Everton.

La società bianconera, posta di fronte al bivio tra rinnovargli il contratto (in scadenza nel giugno dell’anno prossimo) con cifre da top player (finora aveva guadagnato 500.000 euro annui) o monetizzare per avere maggior liquidità da investire su un altro attaccante (i campioni d’Italia paiono molto interessati a Romelu Lukaku, attualmente in forza al Manchester United), ha optato per questa seconda strada.

Che si preannuncia particolarmente rischiosa poiché, vista la giovane età di Kean, è molto probabile che, salvo non si “perda per strada” come accaduto ad altri campioni esplosi giovanissimi, Moise non abbia ancora espresso al 100% le sue enormi potenzialità. E l’accordo stipulato, stando a quanto finora emerso, non prevederebbe la possibilità per i bianconeri di ricomprarne il cartellino a prezzo prefissato. Tuttalpiù, nell’eventualità la società volesse in un futuro riaverlo tra le proprie fila, potrebbe patteggiare un’offerta sfruttando un canale preferenziale.

Kean, dall’oratorio astigiano alla Premier League

La storia di Kean è molto simile a quella di tanti altri calciatori professionisti. Moise comincia infatti a giocare a calcio per strada, con gli amici, e all’oratorio, su un campo in asfalto, duro per le ossa ma ottimo per imparare tecnica e acquisire quella grinta che vediamo nei suoi gesti in campo. “La strada insegna tante cose - ha raccontato in un'intervista - da capire la realtà della vita, nel bene e nel male”.

Nato a Vercelli il 28 febbraio 2000 da genitori migrati dalla Costa d’Avorio, Moise si è trasferito ad Asti dopo la separazione dei genitori, avvenuta quando aveva cinque anni, e qui ha vissuto la rimanente porzione d’infanzia e tutta l’adolescenza. Il suo legame con la città è poi annodato a doppio filo con quello dell’oratorio: “Le partite erano così intense che se cadevi sull’asfalto e ti facevi male, poi ti rialzavi lo stesso”. Pur di giocare, Moise faceva di tutto: se per partecipare alla partita erano necessari 10 euro a testa, lui li procurava risparmiandoli o chiedendoli in prestito. E dato che la squadra vincente, alla fine, vinceva l’intera posta in palio, ossia le quote di tutti i giocatori in campo, “ogni partita era una battaglia, ma così ho imparato a giocare. Il calcio è fatto di alti e bassi: a volte segni all’ultimo e vinci 60 euro per tutti, altre volte no”.

L’approdo nel vivaio dell’Asti è stato il primo passo vero nel calcio che conta. Il suo talento si fa notare subito: di lui si accorge il Torino, dove resta fino al 2010, quando passa agli avversari della Juventus. Di lì la trafila nelle giovanili, fino all’esordio in A con la maglia bianconera, il 19 novembre 2016, contro il Pescara: Kean diventa il primo classe 2000 a esordire nella massima serie.


“Un momento unico” dichiarò all’epoca il fratello Giovanni, e non poteva essere altrimenti: sin da quando lo zio portò Moise a Vinovo con un sotterfugio (trovò ad aspettarlo Nedved e Del Piero), Kean ha sempre sognato di esordire in A.

“La mia vita è cambiata dopo l’esordio con la Juve, ero in campo con Dybala, Marchisio e Buffon” ha detto qualche tempo fa. Nonostante le premesse, Moise è sempre stato consapevole che la strada è ancora lunga, soprattutto quando ti confronti, giorno dopo giorno, con dei grandi calciatori come Chiellini (“spaventoso”) e Dybala (“Cavolo, uno così all’oratorio spaccherebbe”).

 

 

Redazione

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