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Asti | 05 settembre 2019, 12:19

Cresce l'attesa per l'edizione 2019 del Festival delle Sagre Astigiane

L'amatissima manifestazione verrà inauguarata sabato alle 18, apertura al pubblico a partire dalle 18.30

Immagine relativa una precedente edizione del Festival

Immagine relativa una precedente edizione del Festival

Cresce l’attesa per il 46° Festival delle Sagre astigiane che verrà inaugurato, in piazza Campo del Palio, sabato 7 settembre alle 18, davanti alla casetta della Camera di commercio di Asti (che organizza l’evento per tramite della sua Azienda Speciale), con la Fanfara dei Bersaglieri di Asti Roberto Lavezzeri e con la successiva apertura al pubblico degli stand dalle 18.30 alle 23.30 (dolci serviti fino alle 24).

Domenica 8 settembre, a partire dalle 9.15 da via Cavour (zona Stazione) si svolgerà la consueta sfilata storica nelle vie cittadine, animata da 3mila figuranti in costumi d’epoca, a piedi, sui carri trainati dai buoi e dai trattori “a testa calda”. Ogni paese, con la sua pro loco, metterà in scena il lavoro nei campi, i mestieri, le feste contadine e i riti religiosi, dalla vendemmia al battesimo, dalla battitura del grano alla festa di leva. La sfilata terminerà verso le 12.30 in piazza Campo del Palio, dove (a partire dalle 11.30 e fino alle 22) le casette di legno disegneranno i confini del più grande ristorante d’Italia a cielo aperto che ospiterà buongustai provenienti dall’Italia e dall’estero.

Sarà un momento di festa e condivisione per assaporare tutte le specialità della cucina astigiana abbinata a vini d’eccellenza. La piazza ospiterà 41 casette di legno, una per ciascuna pro loco, in cui verranno serviti i gustosissimi piatti della cucina tradizionale piemontese abbinati, per il primo anno, a vini Doc e Docg del territorio astigiano.

I piatti serviti saranno saranno 75, divisi tra antipasti, primi, secondi e dolci. Nella piazza si potranno degustare esclusivamente ricette tradizionali, tramandate di generazione in generazione e cucinate con materia prima di territorio. Primi piatti quali agnolotti, risotti, tagliatelle e polente negli abbinamenti più vari. I grandi secondi della tradizioni monferrina come bolliti, fritto misto, bagna cauda e tanti piatti ormai scomparsi dal menu dei ristoranti: come la “puccia” (soffice polenta sciolta nel minestrone di fagioli e condita con burro e formaggio) o il “baciuà”, lo zampino di maiale lessato, aromatizzato nell’aceto e fritto. Le proposte dolci sono normalmente più di trenta: dalle creme ai biscotti, dal bunet alle torte “alla moda di un tempo”.

Per questioni di sicurezza sarà vietato introdurre nel Villaggio vetro, lattine e oggetti ingombranti. Sono state realizzate all’interno del Villaggio corsie preferenziali per i mezzi di soccorso che saranno presidiate.

Casa Surace in scena al Festival delle Sagre

La seguitissima video-produzione (oltre 4 milioni di fans tra Facebook, Instagram e YouTube) – che insieme a Discovery Italia Srl e al canale FoodNetwork sta portando avanti un progetto estivo sulle sagre e gli eventi più belli e interessanti d’Italia – sarà protagonista anche al Festival delle Sagre Astigiane. Uno degli otto eventi selezionati nell’ambito del progetto. Nel corso delle giornate di festa, gli attori di Casa Surace interagiranno con i presenti e racconteranno i luoghi e le tradizioni del territorio, nello stile comico e familiare tipico di Casa Surace.

 

Una gloriosa storia ormai ultra quarantennale

Il Festival delle Sagre di Asti ha preso il via nel 1974, da un’idea di Giovanni Borello, allora Presidente della Camera di commercio, nell’ambito della Douja d’Or, con l’intento di conferire a quello che era essenzialmente un concorso enologico un momento di festa e condivisione, per tutti. Fu in particolare l’aspetto gastronomico della sagra, la festa del paese, che solleticò la fantasia degli organizzatori: riuscire a riunire in un giorno le più genuine specialità della cucina campagnola e proporle ai cittadini perché riscoprissero, attraverso quei sapori resuscitati, un folklore da non dimenticare.

Il Festival fu subito un grande successo, pertanto si avvertì l’esigenza di conferirgli anche un profilo culturale e una precisa identità. Si pensò di esaltare, in ogni possibile aspetto, i valori di una civiltà che si andava ingiustamente sottovalutando e di cui gli astigiani erano figli: la civiltà contadina che, complice il boom industriale, stava vivendo un momento difficile e si stava estinguendo, con la conseguente perdita di tradizioni, usi e costumi assolutamente da preservare. Gli inizi furono tormentati e difficili, ma le idee degli organizzatori erano chiare e ben precise nella loro linearità e finirono per affermarsi. Fu così che, dopo quattro anni, venne istituita la sfilata contadina che ancora oggi si svolge nella mattinata della domenica.

Altra innovazione venne apportata nel 1978, quando si pensò di istituire nell’ambito del Festival un Trofeo (e successivamente, del 1992 un Super Trofeo) che ponesse in competizione fra loro le numerose pro loco partecipanti, facendo leva, in senso sportivo e leale, sul campanilismo acceso che da sempre divide i vari paesi, allo scopo di designare la pro-loco dell’anno, cioè la migliore, per rappresentare Asti e la sua cultura enogastronomica e folkloristica.

Le pro loco che animano il Festival furono così chiamate, sotto l’imparziale giudizio di accreditate commissioni di esperti, a cimentarsi in cinque prove: la sfilata, l’allestimento dello stand, la cucina, l’accuratezza del servizio e il rapporto fra il prezzo, la quantità e la qualità del prodotto gastronomico offerto, contribuendo così a saldare efficacemente i due momenti fondamentali della singolare kermesse: quello dello spettacolo, della ricerca e della proposta culturale, con quello rivolto alla tutela del numerosissimo pubblico che cresce sempre più diventando più esigente.

Nel 1988 il Festival, che fino ad allora si era svolto in piazza Alfieri, approdò nella più comoda e spaziosa piazza Campo del Palio, in cui fu possibile provare l’esperimento dell’anteprima del sabato sera. Inizialmente furono 12 le pro loco partecipanti, l’anno successivo 24 e il terzo anno, visto il grande successo, tutte.

L’edizione del 2000 fu invece caratterizzata dalla svolta green: si iniziò a sperimentare l’utilizzo di piatti di ceramica per abolire la plastica dalla piazza. Il vero successo in questo senso si raggiunse poi con l’edizione successiva, quando si passò ai piatti di carta, a posate di legno e bicchieri di vetro. Ad ogni edizione Asti si allargava, per dare spazio anche ai non astigiani, e via via a tutti gli appassionati di vino e semplici curiosi provenienti da tutta Italia e dall’Europa.

Dall’edizione del 2004 il villaggio del Festival delle Sagre si estende a tutta piazza del Palio, offrendo maggiori spazi e comodità alle migliaia di visitatori partecipanti. Oggi il Festival delle Sagre è diventato un appuntamento imperdibile per gli amanti del vino, ma anche per i semplici curiosi. Sono centinaia di migliaia le persone che ogni anno, attratte da una manifestazione unica nel suo genere, accorrono ad Asti – anche grazie a treni e bus navette appositamente attivati – per respirare le atmosfere di un mondo antico: quello contadino tra Otto e Novecento.

 

Redazione

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