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Scuola | 13 gennaio 2020, 13:00

Un gennaio “con il freno a mano tirato” per la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Che, di contro, in 36 casi su 100 prevedono difficoltà nel riuscire a individuare i profili professionali richiesti

Un gennaio “con il freno a mano tirato” per la domanda di lavoro delle imprese piemontesi

Ammontano a circa 36.450 le entrate programmate dalle imprese piemontesi per gennaio 2020, ovvero 980 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-2,6%): il 63% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre il 37% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze. Nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 23% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Complessivamente nel trimestre gennaio-marzo 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 78.960 unità, circa 7mila unità in meno rispetto a quanto previsto nel I trimestre 2019.

Queste sono alcune delle indicazioni che emergono dal Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Delle 36.450 entrate previste in Piemonte nel mese di gennaio 2020, il 20,3% è costituito da laureati (in crescita rispetto al 18% di gennaio 2019), il 38,0% da diplomati 38%, le qualifiche professionali rappresentato il 25,7% e il 16% è riservato alla scuola dell’obbligo.

Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (68%, con una lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), con particolare riguardo per il commercio, il turismo e i servizi alle persone. Il comparto manifatturiero, che genera il 32% della domanda di inizio 2020, registra un calo di 1.180 unità rispetto a gennaio 2019. In crescita le entrate programmate delle costruzioni, che passano da 1.940 di gennaio 2019 a 2.130.

Il 32% delle entrate previste per gennaio 2020 in Piemonte sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, quota superiore alla media nazionale (28%) e a quanto previsto nel gennaio 2019 a livello regionale (27%), il 29% sarà costituito da operai specializzati e conduttori di impianti, il 21% riguarderà professioni commerciali e dei sevizi e solo il 9% sarà composto da impiegati.

Il nuovo anno, inoltre, è iniziato all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. In 36 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati (a gennaio 2019 incontrava difficoltà di reperimento il 30% delle aziende). Le professioni più difficili da trovare nel periodo considerato, sono i tecnici delle vendite, del telemarketing e della distribuzione commerciale, gli operatori della cura estetica e gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche.

Redazione

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