La doccia fredda è arrivata nella giornata di ieri, quando dagli uffici centrali del gruppo Unicredit è partita la lettera di apertura di procedura destinata ai sindacati. Al suo interno, prospettive e progetti, una spinta alla digitalizzazione e all'uso della Rete, ma soprattutto numeri: circa 6000 esuberi (di cui 500 "ereditati" da un piano precedente) e 450 filiali destinate alla chiusura.
Una notizia che non è piaciuta ai rappresentanti dei lavoratori, che però avevano cominciato ad annusare un'aria negativa già da dicembre, quando furono presentati i primi estremi del Piano elaborato dall'istituto di credito che - pur essendo ormai una realtà internazionale - ha ancora legami profondi con Torino e il Piemonte.
In tutto il Piemonte i lavoratori sono circa 3000. I prossimi mesi saranno quelli della trattativa sindacale (con le sigle che rappresentano i lavoratori che si mostrano già piuttosto agguerrite): entro la fine di marzo si dovrebbe sapere qualcosa di più, anche a livello di ricadute locali.
L'obiettivo dei sindacati sarà quello di equilibrare le uscite con le nuove assunzioni.