Scuola - 06 aprile 2020, 08:41

Scuola, la ministra Azzolina da Fazio: "Tutti ammessi non significa tutti promossi alla Maturità"

È intervenuta ieri sera a "Che tempo che fa". Due gli scenari presentati: quello di una possibile e improbabile riapertura dal 18 maggio e quella di un arrivederci a settembre, ma con diversi punti di domanda

Scuola, la ministra Azzolina da Fazio: "Tutti ammessi non significa tutti promossi alla Maturità"

"Si torna a scuola dal 18 di maggio?". E' questa la domanda che Fabio Fazio, ieri sera a "Che tempo che fa", ha rivolto ripetutamente alla ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, intervenuta in collegamento.

"Decideremo in base a quello che diranno gli scienziati". La scelta deve essere politica, le fa eco Roberto Burioni, il virologo presente in studio. "La scienza deve essere prudente", ribatte lui. E lei, di nuovo: "La politica lo sarà ancora di più".

Ed è qui che interviene Fazio, con tono provocatorio: "Quando dirà in modo chiaro se la scuola riapre o no? Che senso ha pensare alla data del 18 maggio e mettere a rischio le misure di contenimento per due settimane?".

La Azzolina parla di due possibili scenari. Sul fronte Maturità, se la scuola dovesse aprire il 18 maggio, l'esame si svolgerebbe con una commissione interna. Al contrario, se non riaprisse, cosa molto probabile, ci sarà un'unica prova orale.

Polemico Fazio sull'ammissione in massa alla prova finale. "L'ammissione non significa automaticamente promozione per tutti. Ammissione significa garantire a tutti una possibilità, anche a quegli studenti - la minori parte - non raggiunti dalla didattica a distanza. Devo garantire il diritto allo studio a tutti".

Per gli esami di terza media, invece, l'ipotesi più probabile è quella della presentazione di un elaborato svolto di concerto con i docenti.

E se a settembre l'emergenza non fosse rientrata? Come si organizzerà la scuola italiana? Fazio pungola la ministra, evidenziando come sia ormai necessario dotare la scuola di piattaforme tecnologiche e di pensare secondo nuove prospettive, perché nessuno può prevedere cosa succederà in futuro.

"Stiamo valutando diversi scenari, tra cui anche l'ipotesi che a settembre l'emergenza non sia terminata. Difficilissimo, nei nostri istituti, pensare al metro di distanza tra gli studenti in aula. Una cosa è certa: a scuola si tornerà quando avremo la certezza che i figli degli italiani siano al sicuro".

Redazione

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