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Agricoltura | 08 aprile 2020, 11:48

Un milione di persone tra italiani e stranieri quest’anno rinunciano alla tradizionale gita per il pranzo in agriturismi a Pasqua e Pasquetta

In Piemonte la filiera ovina conta 122 mila capi per oltre 2 mila aziende, quella caprina più di 67 mila capi e oltre 3 mila aziende. Anche nell'Astigiano l'eccellenza della carne di capretto 100% Piemonte

Reggio e Furia di Coldiretti

Reggio e Furia di Coldiretti

Almeno un milione di persone tra italiani e stranieri sono costretti quest’anno a rinunciare alla tradizionale gita per il pranzo nelle strutture agrituristiche tra Pasqua e Pasquetta, ma alla cucina tipica del periodo non si rinuncia. Ecco che tra i piatti non può mancare la carne ovicaprina cucinata in vari modi: dall’agnello al forno al capretto alla brace, fino al cosciotto di agnello con le castagne e allo spezzatino di pecora.

In Piemonte la filiera ovina conta 122 mila capi per oltre 2 mila aziende, quella caprina più di 67 mila capi e oltre 3 mila aziende

“Con il nostro Consorzio, insieme a Coldiretti Piemonte e ARAP, un anno fa, è nato il capretto 100% Piemonte ed è stato presentato il marchio che identifica la carne di capretto e di capra piemontese secondo un disciplinare che individua in modo certo la provenienza: intero territorio regionale, allevato da imprese singole o associazioni aderenti al Consorzio – spiega Simone Grappiolo, astigiano e presidente del Consorzio Allevatori Caprini del Piemonte –. Questo ci consente di avere una grande forza: l’alta qualità di un prodotto unico di cui possiamo assicurare la tracciabilità al consumatore”.

Il capretto Piemonte viene allevato per 60 giorni ed ha un peso variabile da 11 a 16 Kg. La carne è delicata, gustosa e facilmente digeribile grazie ad un basso contenuto di grassi.

"Prediligere la carne ovicaprina piemontese deve essere un obiettivo primario in questo periodo di forte consumo in vista della Pasqua, ma non soltanto. Col marchio identificativo, oltretutto, siamo in grado di offrire un prodotto che porta con sé il legame col territorio e dà valore al lavoro svolto dagli allevatori spiegano Marco Reggio presidente di Coldiretti Asti e Diego Furia Direttore -Quello ovicaprino e, purtroppo, non solo, è un comparto che vede sul mercato prodotti importati da tutto il mondo per questo dobbiamo ancor più difendere ed incentivare il consumo delle nostre produzioni anche tramite l’attività che porta avanti il Consorzio che rappresenta, oltre ad un importante strumento di promozione sul territorio, il volano per far crescere economicamente il comparto, aumentare la qualità delle produzioni e tutelarle attraverso la difesa delle denominazioni, sia a livello nazionale sia europeo”.

 

Comunicato stampa

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