Economia e lavoro - 26 novembre 2018, 16:15

Grazie alla lungimiranza di due famiglie imprenditoriali, lo stabilimento ex Friges è risorto a nuova vita

Con il nuovo nome di “Interno 70”, l’ampia struttura calamandranese è diventata un polo logistico e industriale che ospita una decina di aziende che danno lavoro a un centinaio di addetti

Grazie alle lungimiranza dimostrata dalle famiglie Santero (Gianfranco e Pierpaolo) e Olivieri (Giuseppe e il figlio Fabrizio) – rispettivamente imprenditori nel settore vitivinicolo con vigneti e Cantine tra Santo Stefano Belbo (CN) e Canelli e titolari della “Olivieri Costruzioni Generali” di Canelli –, che l’acquistarono nel gennaio 2016, l’ex sede Friges di Calamandrana sta mutando volto in “Interno 70”, progetto di valorizzazione post industriale tra i più significativi del sud della regione.

Un vero e proprio polo logistico e industriale, sviluppato dove vi erano l’ex fabbricato Friges e i capannoni ad esso collegati, che ad oggi vede operarvi una decina di aziende che qui hanno la propria sede logistica ed operativa e vi impiegano oltre un centinaio di addetti. Senza trascurare il progetto di espansione per altri 10.000 metri quadrati coperti.

«Se il sito fosse stato abbandonato queste aziende e questi addetti sarebbero andati in altre aree, forse distanti da qui», hanno sottolineato Santero e Olivieri.

«A qualcuno la nostra operazione sembrò un azzardo – ha aggiunto Gianfranco Santero – Noi, però, eravamo convinti che questa area industriale avesse ancora molte potenzialità e che queste sarebbero andate non solo a nostro favore, ma a favore di tutta la valle Belbo».

Giuseppe e Fabrizio Olivieri hanno ricordato le dimensioni del complesso: «Qui abbiamo oltre sessantamila metri quadri di superficie di cui più della metà coperti. Quando abbiamo acquistato l’area eravamo in piena crisi economica e dell’edilizia. In quella situazione abbiamo visto un’opportunità e l’abbiamo sfruttata sperando che tutto andasse per il meglio».

Anche gli amministratori locali a capo dei Comune che gravano intorno al progetto (il sindaco di Canelli Marco Gabusi, anche presidente della Provincia di Asti e i sindaci di Santo Stefano Belbo (CN) Luigi Icardi, di Calamandrana Fabio Isnardi e di Nizza Monferrato Simone Nosenzo), hanno espresso compiacimento per l’ottimo lavoro svolto presso la struttura.

Tutti hanno sottolineato l’importanza delle scelte imprenditoriali per un territorio che, come ha ricordato Gabusi, ha ancora molto da offrire in tema di occupazione, «Non è poco in questi periodo» ha commentato.

Per Isnardi il polo di Interno 70 è stato un esempio di buona imprenditoria, «E noi come Comune che ha competenza sull’area lo abbiamo condiviso in pieno favorendolo nel rispetto delle nostre funzioni».

Simone Nosenzo ha ricordato l’idea di sinergia dei centri della valle Belbo che sta alla base di iniziative come Interno 70, un concetto ribadito anche dal collega santostefanese, Icardi, che ha auspicato una sempre maggiore collaborazione dei Comuni d’area.

Al termine dell’incontro, immancabile brindisi con l’Asti Secco docg 958 Santero, spumante secco a base di moscato che, a più di un anno dal lancio, è diventato il simbolo della valle delle bollicine dove più di un secolo e mezzo fa nacque il primo spumante d’Italia.

Redazione