Sanità - 17 dicembre 2018, 21:14

Presentato oggi il progetto F.I.D.U.C.I.A, linee strategiche aziendali della Asl di Asti

"Miglioreremo i tempi di attesa e ci saranno nuove assunzioni", così il direttore generale Asl At Mario Alparone

Mario Alparone e il prof. Vendramini

F.I.D.U.C.I.A , ovvero, Fragilità, Integrazione, Digitalizzazione, Unione, Comunicazione, Innovazione, Attenzione.

Sono state presentate oggi, lunedì 17 dicembre, nel Polo Universitario Rita Levi-Montalcini  le linee strategiche aziendali della Asl astigiana, guidata da Mario Alparone che da “aziendalista convinto” ha snocciolato azioni non solo pensate, ma realizzate, facendo interessanti confronti con altre regioni italiane.

Di fatto un confronto istituzionale (erano presenti le autorità del territorio e anche l’onorevole Andrea Giaccone) alla presenza di una nutrita platea di “addetti ai lavori".

Assente l’assessore alla Sanità della Regione, Antonio Saitta per impegni romani, il professor Emanuele Vendramini dell’ Università Cattolica del Sacro Cuore, di Piacenza e SDA Bocconi School of Management, ha illustrato gli ambiti di cura più appropriati, partendo dagli accessi ai Pronto Soccorso, dove le persone si rivolgono per mancanza di altre risposte: ”non sarà – ha rimarcato il professore – che qualcosa manchi a monte”?.

Una domanda che si fanno sicuramente anche gli utenti che spesso devono confrontarsi con attese infinite in situazioni non proprio ottimali. Occorre una buona risposta dei medici di famiglia, delle Case della Salute e di un incremento delle cure domiciliari, ma sicuramente anche una presa di coscienza degli utenti.

Occorre ripensare il rapporto tra le varie strutture e le professionalità, quale il ruolo dell’ospedale? Si richiede alle Asl di ricomporre la rete, ma la vera difficoltà è fare squadra, creare sinergia, insomma – ha rimarcato Vendramini – creare sinergia è qualcosa in più della summatoria dei singoli giocatori”.

Mettere il paziente al centro e non la patologia, sembra essere ambiziosamente l’obiettivo della sanità (che proprio in questi giorni, concepita come Servizio sanitario, compie 40 anni).

Il direttore generale Asl, Mario Alparone, ha spiegato che in 6 mesi ha osservato diversi fattori e che bisognerà lavorare molto per affrontare la sfida, valutando i percorsi al servizio della quotidianità. “La rete, all’interno della Asl, esiste e dà agli utenti diverse agevolazioni” (il riferimento è al ritiro dei referti degli esami del sangue attivo da gennaio), non abbiamo solo pensato a strategie ma agito”, ha spiegato ancora Alparone.

La popolazione, anche grazie ai passi avanti compiuti in campo sanitario, invecchia e occorrerà tenere presente come allocare al meglio le risorse per una popolazione che vedrà sempre più persone fragili. “il direttore generale – sostiene Alparone – deve essere un buon allocatore di risorse, tenendo presente che Asti ha, per esempio un buon 15% di persone che vivono sole e isolate da questo nostro bell’ospedale di 550 posti letto con l’eccellenza di medici, occorre analizzare i bisogni e chiarire la situazione delle cronicità”.

Circa il 70-80% delle risorse sanitarie a livello mondiale, oggi è utilizzato per la gestione delle malattie croniche, con costi molto alti. “Dobbiamo collegare bene le nostre strutture alle nostre eccellenze. Non si può migliorare ciò che non si misura. Non servono più ospedali ma strutture a bassa complessità per seguire i pazienti cronici. In Piemonte ci sono 50 strutture di cure intermedie, è tra le regioni più avanti se si considera che la Lombardia ne ha 33. Sono fondamentali anche le associazioni di volontariato che ringrazio, così come ringrazio la Fondazione Cassa di Risparmio per il fondamentale aiuto economico”.

La Asl At ha un “indice di vecchiaia (*100) di 208, 52, ci sono 23.123 uomini over 65 e 29.726 donne, l’8,7 del campione 18-65 ha un lavoro continuativo, il 46.8 ha dichiarato di arrivare a fine mese senza difficoltà, il 16,4 ha invece dichiarato di avere molte difficoltà, dati peggiori rispetto alla media regionale.

I punti di “forza” della struttura di primo livello, sono indubbiamente il Punto nascite con oltre 1400 parti l’anno, un Centro procreazione medicalmente assistita, la Breast Unit con oltre 200 interventi l’anno, emodinamica ed elettrofisiologia con forte attrattività da fuori provincia >35%, specialità cliniche normalmente non presenti negli ospedali di primo livello (radioterapia, maxillofacciale, chirurgia vascolare, malattie infettive ecc…).

Sotto la lente di ingrandimento una certa obsolescenza tecnologica, dovuta alla presenza di macchinari acquistati nel 2004 con l’apertura dell’ospedale., un miglioramento delle prestazioni di ricovero, degli ambiti di responsabilità organizzativa e procedurale, rafforzamento della struttura tecnica dell’area amministrativa a supporto delle esigenze sanitarie. Urgente anche definire il modello evolutivo del sistema informativo.

Fortunatamente molte cose sono state fatte e migliorate: piano di rientro dei tempi di attesa e ottenuto finanziamento aggiuntivo, attivato un potenziamento interno per la riduzione dei tempi di attesa e richiesta di nuove risorse (3420 le ore aggiuntive di cui 1400 coperte internamente, 600 coperte privatamente e 1500 ore per 6 mesi per liberi professionisti), istituito un Comitato di monitoraggio e miglioramento dei tempi di attesa, acquisiti i finanziamenti per completare il Presidio della Valle Belbo, avviata la sperimentazione del Codice Argento per gli over 75, presentato percorso di best practice presa in carico di pazienti malati di SLA.

Inoltre è stata predisposta una nuova governance per il Comitato valutazione sinistri, l’estensione al territorio dei prelievi Amos, apertura nuovi ambulatori infermieristici a Canelli,Nizza, Villafranca, San Damiano, apertura del centro di Bubbio. “Ė stato acquistato anche un nuovo mammografo, conclude Alparone e avviata una tecnica di comunicazione ipnotica per i pazienti della Cardiologia sottoposti a procedure di aritmologia,  inoltre abbiamo attivato un concorso per infermieri e approvato il piano di assunzione per 124 risorse (2018-2020)”.

In definitiva e in realtà, pur con varie criticità con le quali ci confrontiamo quotidianamente, la sanità nella nostra provincia può essere considerata un’eccellenza nella quale avere Fiducia (e l’acronimo lo spiega bene), e con la quale entrare in “rete”, assecondando l’onda buona e contrastando quella anomala, informandosi e collaborando.

 

 

Vincenzo Soverino Aisla

Betty Martinelli