L’ultima seduta di Consiglio comunale prima del Natale ha visto all’ordine del giorno tre tematiche: adesione alla nuova ATL Alba-Asti, riorganizzazione delle società partecipate dal Comune e alcune variazioni urbanistiche di minor conto. Naturalmente è sui primi due temi che si è maggiormente animato il dibattito.
In merito all’adesione alla nuova ATL vi è stata una sostanziale unità di vedute da parte di tutto il Consiglio, che infatti ha votato compattamente in favore della pratica, con l’unica astensione del gruppo del Movimento 5 Stelle che, pur lodando il lavoro svolto e la bontà dell’iniziativa, ha optato per l’astensione causa incertezze riguardo i patti parasociali ancora da scrivere e il “peso” della città nelle future decisioni che verranno adottate dalla nuova ATL. Sostegno – pur condizionato dalla richiesta all’assessore Loretta Bologna di venir informati su ogni decisione che verrà presa e lasciando “la porta aperta” a un futuro ampliamento all’area del Monferrato – da parte di Angela Motta, capogruppo PD. "E' necessario - spiega - che nel nuovo Ente entri anche l'Alessandrino. La pratica che abbiamo votato rappresenta un punto di partenza, quello di arrivo è un ulteriore ampliamento del bacino del Sud Piemonte".
Più complesso l’iter in merito alle dismissioni da alcune partecipate. A fronte di alcune decisioni già prese un anno fa e inserite nel DUP (Documento Unico di Programmazione), e pertanto confermate, vi è stato un maggior confronto in merito a SIAM (Servizi Idrici Astigiano Monferrato) e AEC (Asti Energia e Calore). Per quanto concerne la prima società, a fronte della prevista dismissione, si è invece deciso di mantenere la partecipazione nella prospettiva di una futura integrazione dei vari gestori attuali in un gestore unico del sistema idrico. Approdo prospettato anche dalla consigliera Motta nel suo intervento.
Meno lineare – come del resto prevedibile, visto quanto l’argomento accalori la politica astigiana ormai da molto mesi – il discorso relativo AEC, per la quale sia la maggioranza che il gruppo PD hanno presentato emendamenti, sostanzialmente affini ed entrambi con parere favorevole del Segretario Generale e dei Revisori dei Conti. Ma il secondo, dopo una breve riunione di maggioranza, non ha ottenuto l’appoggio della maggioranza, spingendo conseguentemente il gruppo PD all’astensione.
Nettamente più critica la posizione del Movimento 5 Stelle, che anche in passato hanno sostenuto la tesi secondo cui AEC è una società fittizia, senza dipendenti e mezzi, e con incarichi (quali ad esempio la gestione dell’illuminazione pubblica a LED, oggetto di un ricorso all’ANAC) ricevuti con modalità addirittura illegittime. Conseguentemente, dopo le dichiarazioni di voto, i consiglieri pentastellati hanno lasciato l’aula. “Abbiamo voluto lasciare alla maggioranza tutta la responsabilità di rinnegare la decisione di dismettere le quote presa appena l'anno scorso”, ha poi commentato il capogruppo M5S Massimo Cerruti.