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Politica | 22 gennaio 2019, 14:17

Toninelli verso la bocciatura delle proroghe a Gavio: tutto da rifare per l'Asti-Cuneo?

I Cinque Stelle sarebbero orientati a una revisione dell’accordo di cross financing approvato ad aprile dall’Ue. Cirio: "Sono allibito, ma confido nella serietà della Lega" Rasero: "Questa gente deve andare a casa il prima possibile"

Un'immagine della manifestazione dei sindaci pro Asti-Cuneo svoltasi nello scorso novembre

Un'immagine della manifestazione dei sindaci pro Asti-Cuneo svoltasi nello scorso novembre

Sì al completamento dell’autostrada, ma senza la proroga delle concessioni al Gruppo Gavio. Sarebbe questa la posizione assunta dall’esecutivo Conte in merito all’annosa questione dell’Asti-Cuneo e del suo agognato completamento.

A dare la linea dopo mesi di silenzio sull’opera, nientemeno che il vicepremier M5S Luigi De Maio, secondo il quale il compagno di partito e ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli starebbe lavorando a un piano finalizzato a sbloccare 27 grandi opere ora ferme, per un investimento vicino ai 25 miliardi di euro in buona parte concentrato nelle regioni del Nord Italia.

Un’operazione volta a far digerire il prossimo stop alla Tav, ma anche a riguadagnare consensi alla causa di un Movimento che su troppi fronti si è qualificato in questi primi mesi di governo come il partito del "no" a prescindere. Come il fautore di una decrescita felice che presto – si teme – dovrà fare i conti non solo con l’appuntamento elettorale del maggio prossimo, ma anche con Bruxelles e col rischio di una manovra correttiva, se i fondamentali economici del Paese dovessero confermare previsioni di crescita che Bankitalia ed Fmi hanno appena rivisto al ribasso.

Da qui un cambio di rotta divenuto anche l’occasione per tornare a parlare dell’eterna incompiuta A33, dopo gli oltre cento giorni di silenzio seguiti all’incontro – il 27 settembre scorso – nel quale lo stesso Toninelli prese tempo di fronte ai sindaci di Langhe e Roero, in missione nella Capitale per sondare le reali intenzioni del ministro circa l’accordo di "cross financing" che il suo predecessore Graziano Delrio aveva messo a punto col Gruppo Gavio e che nell’aprile scorso aveva anche ottenuto il definitivo via libera dal commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestagher.

Peccato che la posizione ora ventilata dal fronte M5S faccia intendere quello che sui territori interessati in tanti ormai temevano da tempo. Ovvero che il piano Toninelli sia proprio quello di bloccare l’allungamento quadriennale della concessione sull’A4 Torino-Milano, che era stato oconcesso alla Sias di Gavio in cambio di un investimento di 350 milioni di euro sull’A33, con conseguenze che oggi è davvero difficile prevedere in termini di modalità e tempistiche sull’ultimazione di quest’ultima.

Una doccia gelata per quanti nell’ultimo biennio avevano lavorato all’accordo nella speranza di fare finalmente uscire l’opera dall’impasse nella quale questa macera dall’ormai lontano aprile 2012, da quando a Roma lo stesso Ministero, i rappresentanti degli enti locali e la concessionaria sottoscrissero un accordo poi disatteso in ragione della sopravvenuta insostenibilità finanziaria dell’opera protestata da quest’ultima in ragione dei deludenti riscontri di traffico fatti registrare dalle prime tratte a pagamento intanto aperte al traffico.

Da lì il lavoro per una soluzione alternativa, quella della proroga di altre concessioni allo stesso concessionario, seguita da Delrio in forza dell’articolo 5 del Decreto Sblocca Italia del 2014, che nei primi mesi dello scorso anno aveva fatto pensare che la ripartenza dei cantieri fosse finalmente vicina. Speranze che paiono prossime a essere nuovamente disattese se verrà confermata l’opzione ventilata dallo stato maggiore pentastellato.

Le reazioni

Alberto Cirio (Eurodeputato)

“Dopo dieci mesi in cui il ministro non ha dato risposte, ora ci dice che sarebbe disposto a ridiscutere le modalità di ultimazione dell’opera. Io mi chiedo cosa abbia fatto in questo anno? Noi a fatica avevamo ottenuto che l’Ue ci autorizzasse a fare una cosa che a rigore non si poteva nemmeno fare, perché siamo andati in deroga rispetto alle norme europee sulla concorrenza. Era tutto pronto e approvato, col cantiere che sarebbe potuto partire il giorno dopo, ma in quasi un anno di tempo non si è trovato il tempo per incontrare gli operatori o anche solo interpellare le società coinvolte. Questo mentre ogni mese questo lassismo ci procura danni per decine di milioni di euro. E’ un clima di incertezza che sinceramente mi lascia allibito. Ma rimango fiducioso perché al governo c’è la Lega, che è una forza politica seria. Conosco personalmente Salvini come una persona seria, con la Lega avevamo stipulato un programma elettorale che prevedeva un preciso impegno sulle infrastrutture e tra queste c’era ovviamente il completamento dell’Asti-Cuneo. Rimango quindi fiducioso e confido che la Lega saprà imporre la sua volontà nell’interesse del nostro territorio. Non ho ragioni di dubitare che questo avverrà".

 
Maurizio Rasero (sindaco di Asti)

“In un governo con molti incompetenti, pressapochisti e incapaci, gente staccata dalla realtà e calata in contesti non propri, il peggiore di tutti è capitato proprio in un settore altamente strategico! Questa gente ci manderà in rovina! Questa gente deve andare a casa il prima possibile”

Ezio Massucco


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