Curiosità - 17 febbraio 2019, 16:20

Viviamo in un posto bellissimo: tanta storia in un solo Palazzo

Nuova puntata di invito ad approfondire la conoscenza di storie e monumenti che arricchiscono Asti, dedicata questa volta ad un palazzo in centro città

La Torre ed il Palazzo Gazelli di Rossana sono due importanti costruzioni, situate all'angolo tra via San Martino e via Quintino Sella, in pieno centro storico cittadino.

L’impianto principale è di epoca medioevale, evidente dalla conformazione e dallo spessore dei muri degli edifici del piano terreno e delle volte e dalla presenza della robusta torre mozzata a base quadrata di origine tardo duecentesca. Tra le più spettacolari in città.

Il complesso edilizio si compone di due parti adiacenti: il palazzo nobile, ristrutturato a metà del ‘700 su disegno di Benedetto Alfieri, inglobante la maestosa torre medioevale, un affascinante atrio barocco che introduce alla corte di rappresentanza, fino allo storico giardino; un secondo palazzo, sempre di origine medioevale, ristrutturato a metà ’800 dall’architetto Valessina secondo la tipologia edilizia della “casa da reddito”, con due ampi cortili, le pertinenze rustiche per la trasformazione dei prodotti agricoli, scuderie, stalle, magazzini per il deposito delle derrate alimentari e delle carrozze ed imponenti cantine.

In questo Palazzo nasce, nel 1462, Pietrino del Ponte di Lombriasco, Gran Maestro dell’Ordine di Malta. A partire da inizio 1600 diventa proprietà dei Conti Cotti di Ceres e di Scurzolengo e nel 1840 della famiglia Gazelli conti di Rossana e signori di San Sebastiano e Selve. Un vero pezzo di storia di Asti.

Dagli archivi dei Cotti di Ceres risulta che già a partire dal Seicento, nelle sue grandi e storiche cantine, venisse vinificata la Barbera: da un documento del 1682 emerge una delle prime testimonianze di produzione di questo nostro grande rosso.

Tra i tesori del Palazzo, l’appartamento di rappresentanza, al piano nobile. Gioiello nascosto, ancora arricchito di arredi e decorazioni settecentesche tra cui uno splendido ciclo di dipinti a soggetto paliesco. Affreschi molto importanti non solo per il loro valore artistico ma anche per quello documentale e storico. Il ciclo pittorico è del 1758, anno in cui il conte Cotti di Ceres era proprietario del cavallo che si aggiudicò il Palio per la Confraternita dell’Annunziata. Sedici pannelli, di cui i sette maggiori rappresentano con ricchezza e dovizia di particolari i principali momenti della festa: dall’entrata del cavallo in città, le Prove in contrada Maestra, i Fuochi in piazza del Santo, la corsa, la presentazione del Palio, la premiazione al palco d’arrivo presso Palazzo Gabutti di Bestagno, ora Ottolenghi, per finire con la veduta del Palazzo, a celebrarne, con orgoglio, la monumentalità e la bellezza.

Speriamo allora che, non aveste avuto ancora occasione di approfondire l’importanza di questo edificio o di godere del suo fascino, l’articolo vi offra lo spunto per farlo, con l’invito ad andarlo a visitare alla prima occasione di apertura al pubblico o prenotando su www.palazzogazelli.ithttp://www.palazzogazelli.it/

Ogni serio obiettivo di valorizzazione turistica di Asti non dovrebbe prescindere anche dalla sua valorizzazione. Oggi di proprietà privata, da un po’ in cerca di una nuova destinazione, magari proprio turistico ricettiva. Che lì un bell’hotel di charme ci starebbe proprio tanto, ma tanto bene. Evidenza eccezionale del nostro grande patrimonio monumentale, storico e culturale. Evidenza che viviamo in un posto bellissimo.

Davide Palazzetti