Si è svolto questa mattina a Palazzo Lascaris il convegno “Salviamo il territorio, proteggiamo l’uomo” promosso dalla Cia Agricoltori italiani del Piemonte. Nell'affollata aula del Consiglio Regionale erano presenti esponenti regionali di tutte le forze politiche e sindaci provenienti da tutte le province piemontesi,anche Asti con Moncalvo, Porto Comaro.
.L’argomento è tornato al centro dell’attenzione non solo per l’aumentare delle devastazioni di cinghiali, lupi e nutrie, ma anche per la necessità di attuare i piani di contenimento da parte delle Province, in linea con le nuove disposizioni regionali approvate a fine dicembre.
"I danni provocati dalla fauna selvatica - ha spiegato il Presidente nazionale di Cia Dino Scanavino - non sono solo un’emergenza agricola."
Ogni anno mediamente cinghiali, caprioli, lupi, nutrie.. provocano più di trenta incidenti "oltre a distruggere la biodiversità."
"Per noi - ha spiegato Scanavino - è lo Stato che si deve occupare del controllo dei selvatici - attraverso ad esempio la Regione - con una legge ad hoc che tolga ai cacciatori questa responsabilità" .
"Attualmente - ha proseguito - noi chiediamo alla categoria sportiva di gestire un problema che genera anche perdita di vite umane."
L'idea della Cia é dunque di cambiare la legge 157 del 1992, passando dal concetto di tutela della selvaggina a quello di gestione.
La proposta di modifica al Governo verrà presentata ufficialmente a fine marzo in una giornata che verrà promossa in tutta dalla Confederazione Italiana degli Agricoltori.
L'assessore regionale all'agricoltura Giorgio Ferrero, pur sottolineando "che sul tema della difesa degli agricoltori dai cinghiali in questa aula siamo tutti d'accordo", dall'altro ha evidenziato come il "tema della caccia sia regolato da legge nazionali: le regioni hanno dei margini di manovra limitati."