L’analisi dei prestiti all’artigianato svolta dall’Ufficio Studi di Confartigianato Piemonte conferma (al dicembre 2017, ultimo dato al momento disponibile) una tendenza alla diminuzione delle concessioni di prestiti al comparto, attestatesi a 38,8 miliardi di euro, in diminuzione in un anno del -7,9% (pari ad un calo di 3,3 miliardi). In cinque anni (dicembre 2012 – dicembre 2017) i prestiti all’artigianato si sono ridotti complessivamente dell’importo di 13,7 miliardi, pari al -26,1%, oltre 10 punti quello registrato dal totale delle imprese (-15,6%). A dicembre 2017, rispetto al dicembre 2016, i prestiti all’artigianato diminuiscono in tutte le regioni, la flessione del Piemonte è di -4,1% conseguente prestiti per 3.537 milioni, pari al 9,1% dei prestiti totali alle imprese.
Un risultato certo non soddisfacente, che però vede, per una volta, l’Astigiano andare in controtendenza con un incremento, sia pur lieve, del 2,4% rispetto al 2016 (concessi prestiti per 271 milioni, pari al 10,9% del totale concessi alle imprese). Decisamente più allarmanti i dati relativi le altre province, con Torino che si attesta a 1.308 milioni (5,0% del totale) con una variazione del -4,8% rispetto al 2016; Alessandria 367 milioni (6,4% del totale) con una variazione del -2,0%; Biella 128 milioni (5,6% del totale) con una variazione del -5,1%; Cuneo 919 milioni (9,0% del totale) con una variazione del -5,1%; Novara 263 milioni (6,0% del totale) con una variazione del -5,2%; VCO 136 milioni (10,8% del totale) con una variazione del -7,6% e Vercelli 145 milioni (7,1% del totale) con una variazione del -2,4%.
“Le dichiarazioni ottimistiche delle banche italiane - sottolinea Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte - si scontrano con la realtà vissuta dalle micro e piccole imprese. Noi, il rilancio dei prestiti alle imprese non lo vediamo ancora. L’ultimo dato disponibile che risale a dicembre del 2017 ci dice che il Piemonte registra -4,1%, un dato non confortante anche se altre regioni registrano flessioni più importanti. Soprattutto per gli artigiani e le piccole imprese il denaro rimane più scarso e più costoso rispetto a quello erogato alle aziende medio-grandi e in confronto a quanto avviene nella media europea. È chiaro che la ripresa c’è se riprende la domanda interna e se ci sono gli investimenti. Peccato, però, che per investire serve l’accesso al credito che viene erogato con il contagocce, soprattutto se a chiederlo sono le micro e piccole imprese.”