Cultura e tempo libero - 04 marzo 2019, 16:12

"Cous Cous Klan" domani all'Alfieri: una tragicommedia su un futuro imminente

Intervista all'autore Gabriele Di Luca: "In un divario tra ricchi e poveri si sviluppa la storia di chi lotta per sopravvivere, senza dimenticare l'ironia"

Domani su palco dell’Alfieri la Carrozzeria Orfeo porterà in scena “Cous cous Klan” .

La compagnia sarà impegnata a fotografare senza fronzoli un'umanità socialmente instabile, carica di nevrosi e debolezze, attraverso un occhio sempre lucido, divertito e, soprattutto, innamorato dei personaggi che racconta.

Abbiamo intervistato Gabriele Di Luca, drammaturgo dello spettacolo.

Da dove è nata l’ispirazione per scrivere il testo?                                           "Mi sono lasciato incuriosire dalla realtà della periferia urbana, delle baraccopoli, dei campi in cui le persone convivono in condizioni di povertà. E’ bastato approfondire i fatti di cronaca, di violenza, gli episodi di razzismo per avere già la giusta ambientazione : il divario tra ricchi e poveri è allarmante e mentre i primi vivono all'interno delle cosi dette recinzioni, ovvero città recintate da filo spinato e sorvegliate da telecamere di sicurezza, i secondi tentano di sopravvivere al di fuori di esse lottando ogni giorno contro la mancanza di cibo e di acqua. In un parcheggio abbandonato e degradato dietro ad un cimitero periferico, sorge una micro comunità di senzatetto, all'interno della quale sono parcheggiate due roulotte fatiscenti. La situazioneè aggravata anche dalla carenza di risorse idriche, che ho immaginato essere privatizzate. Purtoppo è una realtà che definisco “imminente”.

L’uso dell’ironia nella rappresentazione è l’elemento comune a tutte le difficili situazioni di disagio dei personaggi.                                         “Assolutamente, nella condivisione delle miserie personali, l’ironia è l’ancòra di salvezza. Come compagnia, infatti, portiamo avanti da anni un lavoro di costante ricerca sulla mescolanza dei generi, con l'obiettivo di fondere l'ironia alla tragicità, il divertimento al dramma, in una continua escursione fra realtà e assurdo, fra sublime e banale. Ci interessa muoverci sul fragile confine dove, all'improvviso, tutto può inevitabilmente risolversi o precipitare".

Il personaggio di Nina, che arriva a sovvertire i destini degli altri che ruolo ha nella storia?                                                                                               "Una ragazza ribelle e indomabile, un'anima sospesa ed imprevedibile, che si rivelerà al tempo stesso, il più grande dei loro problemi e la chiave per il loro riscatto sociale. Ha rispoltimolto bui ed è rabbiosa e allo stesso tempo misteriosa. Ognuno di loro racchiude la complessità dell’animo umano, mai buono o cattivo, di un provocatorio realismo evidenziando gli aspetti tragicomici di esistenze che commuovono e fanno ridere nello stesso istante. I loro tormenti emotivi amplificano il loro aspetto umano, raccontando una realtà spinta all'assurdo che, però, attiene al nostro quotidiano!.


Come viene percepita, in una tale situazione, la Religione?                              “Proprio da questo siinnesca la voglia di riscatto verso un Dio che in quel momento è assente, o distratto, che non basta più a se stesso e nemmeno agli uomini. Soprattutto il personaggio di Caio, ex prete allontanato dalla sua parrocchia per essersi battuto contro la Chiesa per il diritto all’acqua, è carico di rabbia e voglia di rivalsa. Insomma, una persona per bene che a causa della società si è inasprito e che ora libera la sua frustrazione”.

Cosa si deve aspettare quindi il pubblico da “Cous Cous Klan”?                 “Una tragicommedia attuale, lucida e folle allo stesso tempo, Un punto di vista sul mondo e sul presente nel tentativo di non farsi mai imprigionare dalla retorica o da inutili moralismi. Sarà sicuramente divertente, a patto che chi viene a vederci riesca a spogliarsi degli stereotipi che la società ci ha imposto con il falso perbenismo”.

 

Manuela Caracciolo