Cultura e tempo libero - 14 marzo 2019, 16:30

Sabato 16 marzo lo spettacolo di Piero Montanaro a Calliano per esaltare il dialetto piemontese

Lo spettacolo, "Canté e conté mia Tèra" si terrà alle 21.15

Piero Montanaro con la conduttrice della serata

È tutto pronto a Calliano Monferrato per lo spettacolo “Canté e conté mia Tèra- Cantare e raccontare la nostra Terra”, che vedrà protagonista Piero Montanaro, canzoniere e grande interprete del Piemonte e del canovaccio eterno dell’amore per la propria terra. Un attesissimo evento musicale, organizzato dal Comune in collaborazione con la Pro Loco, in programma sabato 16 marzo, alle 21.15, in cui si presenta al pubblico un artista dal gesto vocale inconfondibile, capace di condensare i colori, gli umori e le contaminazioni di una terra generosa, dolce, riflessa nei vini che stillano dalle sue cantine.

Spiega meglio il cantautore: “Una serata fatta di canzoni e parole che si potrebbe definire meglio vijà, ove cultura e spettacolo fanno da traino e da veicolo ai valori e ai contenuti della piemontesità e, in particolar modo, al mondo delle Langhe, del Monferrato e del Roero”. Nell’ampio salone intitolato a don Luigi Venesia, l’aedo originario di Coazzolo presenterà il suo ricco repertorio, una raccolta di brani da vivere in interazione con gli spettatori, oltre a tante sorprese che è lo stesso artista a svelare: “Qualche mio amico e collaboratore potrà essere presente a completare il racconto della nascita di una canzone. O, anche, qualcuno dei numerosi interpreti delle mie canzoni potrà intervenire per cantare assieme. Ma, soprattutto, la bella novità è che il pubblico presente potrà essere protagonista ponendomi domande sulla mia attività e sulle mie canzoni e, naturalmente, cantare con me”.

Tutti pronti, dunque, a cantare e a ballare sulle note di Ij vei del me pais; Sta vita ch’a sfianca, tratta dal recente cd Canté mia Tèra; Paese mio; Canterò, canzone vincitrice della prima edizione del Cantapiemonte nel 1983; Notte di collina, consacrata da pubblico e critica con la vittoria del Piemonte in Piazza 1989. Il finale non potrà che essere con Viva j’amis o Amici miei, da cantare insieme. Questo e molto altro attende appassionati e curiosi in una serata che potrebbe non finire mai. Tante canzoni ed emozioni, una ricchezza melodica arrivata fino alla… “fine del mondo”.

Dedicata al più piemontese dei papi, non potrà mancare la canzone, Vengo dalla fine del mondo, che lo stesso papa Bergoglio conosce e apprezza, insieme a tutte le sue canzoni, come migliaia di piemontesi d’Argentina. Perché, come diceva Tolstoj: “Se racconti il tuo villaggio sarai universale”. E lui ci è riuscito. Che sia in un concerto in patria, oppure in Argentina, Piero Montanaro non rinuncia alla sua lingua come dimostra il pezzo Dnans ch’a fassa neuit - parloma e cantoma an piemontèis, un invito a continuare a parlare e cantare in piemontese, così colorato e musicale che non ha bisogno di traduzioni. E non si può dargli torto. In ogni sua canzone, il pentagramma riannoda i fili della memoria attraverso le note e le parole.

È vero. In quasi 50 anni di attività, ho scritto decine di canzoni, in piemontese e in italiano che raccontano la nostra Terra e che ora sono diventate questo spettacolo. Un percorso iniziato molti anni fa che mi ha dato modo di costruirmi un repertorio originale e, soprattutto, unico, che vorrei che molti, soprattutto i giovani, imparassero a conoscere”. Ha le idee chiare Piero Montanaro, che continua:

Queste mie canzoni raccontano tutto un mondo da ricordare o da scoprire. Ed è questo lo scopo dello spettacolo che propongo: cantare e raccontare un angolo mondo fatto di dolci colline riconosciute come patrimonio Unesco da tutelare”. Brani come Viva la trifola, Il tartufo del nostro Piemonte e La nòstra bagna caoda daranno, invece, l’opportunità di parlare della nostra cucina tipica. Perché cantare la terra alle sue radici ed in tutte le sue sfumature, oggi più che mai, è necessario. E l’amore per il Monferrato, come quello per una donna, non può prescindere dalla musica. 

Comunicato stampa