Economia e lavoro - 29 marzo 2019, 15:04

Brachetto d’Acqui Docg: il Consorzio attivi al più presto strategie promozionali

Coldiretti sollecita un repentino cambio di marcia per valorizzare il comparto

 

Ha il segno meno l’anno 2018 per il Brachetto d’Acqui Docg: si sono vendute, infatti, 460.000 bottiglie in meno. Alla luce di questo scenario, il Consorzio di Tutela del Brachetto d’Acqui Docg non può più rimanere in silenzio.

In Piemonte – spiega Marco Reggio, presidente di Coldiretti Asti con delega regionale al settore vitivinicolo - si coltivano circa 1000 ettari di Brachetto. Il Consorzio non può far finta di nulla: è necessario si attivi concretamente per ridare fiducia e slancio al comparto”.

Tra i compiti del Consorzio, effettivamente, ci sono proprio la valorizzazione e la promozione, come si evince dal suo stesso sito web: «azioni di promozione mirate alla crescita della visibilità di un marchio simbolo del Made in Italy».“Ci chiediamo quindi - evidenzia Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte –  quali strategie abbia messo in atto il Consorzio, fino ad ora, per evitare questa crisi, se non quella di richiedere ancora una volta ai viticoltori stessi di finanziare un piano promozionale. Come, appunto, si è già permesso di fare in passato”.

“Servono – puntualizza Reggio - un progetto concreto e programmi ben chiari per valorizzare questa Docg anche oltre i confini nazionali e per supportare quelle aziende che, oltretutto, hanno investito risorse, in questi anni, in modo autonomo al fine di cercare nuovi sbocchi e promozionare un prodotto di elevata qualità che identifica un territorio ricco di storia. Solo una visione d’insieme lungimirante può portare ad un’immediata inversione di tendenza, necessaria per far sì che nell’anno in corso non si ripeta il trend negativo di quello passato”.

 

 

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