La Regione Piemonte ha fissato per il prossimo 14 aprile la prima Giornata del Romanico. Un patrimonio di oltre 80 siti, diffusi in tre province: Torino, Alessandria ed Asti. Luoghi eccezionali, concentrati per oltre un terzo a nord di Asti, territorio ricchissimo di importanti e bellissime testimonianze. Territorio del Romanico Astigiano.
Tra questi, specialmente due sarebbero da vedere con grande attenzione, per la ricchezza e particolarità degli elementi scultorei ed i motivi decorativi simbolici, esterni ed interni.
Prendiamo la chiesa di San Lorenzo, a Montiglio, come tante altre è orientata est-ovest. Per i religiosi questo orientamento verso oriente era guardare a Gerusalemme, luogo d'origine della cristianità. Curiosamente chi esce dalla pieve svolta a sinistra, verso sud, il lato della vita, quasi mai verso nord, quello della morte (per questo, molto spesso, i cimiteri erano posti a nord delle chiese). Provate anche voi e vedrete.
All’esterno una notevole decorazione floreale sorretta da archetti. Proprio tra questi archetti piccole sculture, tutte differenti tra loro e dai riferimenti simbolici più vari: il grappolo d’uva inscritto in un cuore per il Cristo, la palma per la resurrezione, il giglio per la Madonna, il nodo di Salomone per l’unione tra uomo e Dio, i due cerchi che si intersecano ad ottenere la vescica piscis di Cristo e tanti altri. Dedicateci tempo a scoprirli tutti, ne vale veramente la pena.
All’interno, una dozzina di capitelli tra cui, certamente d’effetto, quello cosiddetto dei “pigiatori d’uva”, con due figure umane nude: nella simbologia cristiana rappresenterebbero Adamo ed Eva dopo il peccato originale e la vite pigiata è il sacrificio eucaristico che pulisce i credenti proprio da quel peccato. Ancora più interessante il capitello con aquile ai lati e sui frontali dei fiori di acanto, simbolo di resurrezione. Ben visibili tra i fiori, due croci Templari, prova tangibile che l'antico ordine anche in questo luogo ha lasciato un segno. A proposito di animali da vedere all’interno di San Lorenzo, oltre all'aquila, simbolo dell'ascensione di Gesù al cielo, l’avvoltoio, icona di misericordia, pietà e amore filiale, dalla antica credenza che, in mancanza di cibo, nutrisse i piccoli col proprio sangue.
In questa spettacolare pieve non troviamo però solo evidenze religiose, ma anche storiche: grazie ad una pietra tombale del 500, visibile nella navata destra, abbiamo conferma che quando i Longobardi invasero l'Italia, erano accompagnati da Sassoni. La dicitura sul questa pietra riporta Sashmar hic quiesit in pacem, con Sahsmar nome di certa origine Sassone.
Non da meno la chiesa di San Secondo a Cortazzone. L’esterno di questa pieve è carico di incisioni e sculture simboliche interessantissime ed uniche. Tra le varie ne spiccano due non certo usuali sui muri di una chiesa: quella di due seni, riconducibili all'immagine della vergine che allatta, e quella di due corpi, uomo e donna con attributi sessuali ben in evidenza. La rappresentazione di scene erotiche con l'ostentazione di attributi sessuali a volte anche esagerati, non era così atipica all’esterno delle chiese medioevali e mirava a sottolineare la bestialità umana presente fuori, contraltare della spiritualità dentro il luogo sacro.
Luoghi eccezionali ed unici, spunti incredibili per raccontare l’Astigiano; elementi fondamentali per sviluppare il nostro povero turismo, sicuramente ancora non valorizzati e promossi nel loro incredibile insieme. Speriamo che dal prossimo 14 aprile si inizi a farlo.
Speriamo anche che, non aveste avuto ancora occasione di visitare questi luoghi, l’articolo vi offra lo spunto per farlo. Esempi eccezionali della ricchezza del patrimonio storico, monumentale ed artistico di Asti e dintorni, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.