“Tu sai come si fa coi bambini che fanno la pipì nel letto, è vero? Si minaccia di bruciarli con la stoppa accesa in cima al forcone. Ebbene: immagina che in Italia ci sia un bambino molto grosso che minaccia continuamente di fare la pipì nel letto di questa grande genitrice di biade e di eroi; io e qualche altro siamo la stoppa (o il cencio) accesa che si mostra per minacciare l'impertinente e impedirgli di insudiciare le candide lenzuola. Poiché le cose sono così, non bisogna né allarmarsi, né illudersi; bisogna solo attendere con grande pazienza e sopportazione”.
Scriveva così Antonio Gramsci, giornalista, filosofo italiano simbolo del marxismo occidentale, fondatore del PCI nel 1921, dal carcere. Scriveva questo nei suoi Quaderni dal carcere: un frame storico difficile, impattante, sotto il regime fascista. Quelle candide lenzuola che la storia ha spesso e volentieri tentato di infradiciare, sono state preservate da moltissimi giovani e dalle loro vite sacrificate.
Anche ad Asti la manifestazione del 25 Aprile ha scosso gli animi, nel profondo, con una partecipazione significativa da parte dell'Amministrazione locale e della cittadinanza. Asti oggi ha ricordato tutti i partigiani, ma non solo, perché la Resistenza è un fatto di tutti, senza troppe etichette. La nostra città è scesa in piazza soprattutto per mantenere viva la memoria di quei giovani che, nella provincia, hanno perso la vita, credendo in un futuro migliore.
5mila partigiani astigiani - 1203 morti per resistere
Tra Asti e provincia sono stati 1203 i giovani che hanno perso la vita per resistere; sono stati oltre 5mila i partigiani partiti per combattere e si contano 115 medaglie astigiane tra oro, argento e bronzo.
Il programma della mattinata
La manifestazione è cominciata questa mattina dalle 8.30, con la celebrazione della Santa Messa al Cimitero di Asti. Successivamente, sono state lette toccanti testimonianze di condannati a morte. È stato quindi reso omaggio alla tomba del comandante partigiano Francesco Rosso "Perez", primo presidente dell'Anpi di Asti. Ai Giardini Pubblici sono stati deposti fiori al Cippo dei Partigiani ed è intervenuto l'avv. Guido Cardello, vicepresidente dell'Anpi di Asti. Il corteo ha poi invaso corso Alfieri, per poi fermarsi in piazza San Secondo.
Il 25 aprile: una porta aperta per godere di tutti i colori del mondo
Da piazza san Secondo un lungo momento di riflessione, cominciato con le parole di Paolo Monticone, presidente Anpi di Asti: "Questa è una festa di tutti; è la festa del vivere democratico: di certo non è un derby, come qualcuno pensa. Qualcuno ha bisogno di rileggersi qualche testo di storia. La Resistenza è la nostra Carta Costituzionale. Il 25 aprile non è solo la festa dell'Anpi, ma è festa nazionale".
Riprendendo le parole di Carla Nespolo (presidente nazionale Anpi): "L'onore della patria è stato difeso dai suoi stessi cittadini. Il 25 aprile è una festa popolare, primavera dell'umanità. Una porta aperta per godere di tutti i colori del mondo; una speranza combattente".
Come ogni anno, sono state letti alcuni brani di pensatori importanti, da parte di giovani astigiani. Al centro il valore della Costituzione, la lotta al razzismo, il ruolo delle donne resistenti, il grande tema dello ius soli e la negatività della guerra, per cui "o spari o sei sparato".
"La Costituzione non è un immobile pezzo di carta: ha bisogno di essere tenuto vivo ogni giorno. La libertà è come l'aria: ci si accorge di quanto vale solo quando iniziamo a perderla", legge il primo giovane.
Il sindaco Rasero: non sono uno storico né un oratore, però...
"Non sono uno storico né un oratore: perdonatemi se non farò un discorso perfetto. La Costituzione e la Resistenza sono due facce della stessa medaglia. Durante il Fascismo ci sono state anche cose importanti per i cittadini, ma queste sono state cancellate con le Leggi Razziali e il razzismo. Sono stati tantissimi i giovani che hanno donato le loro vite per il Paese, per un futuro diverso. Bisogna fare attenzione: democrazia e libertà si perdono senza nemmeno accorgersene. Dico grazie ai presenti, ma mi chiedo anche: perché non siamo di più in questa piazza? Questi valori si danno troppo per scontato. il 25 aprile è una festa di tutti, non deve essere etichettata a nessuno. Tutti hanno dato il loro contributo".