Che noi si viva in un posto bellissimo, al di là che sia il titolo di questa rubrica, spero sia chiaro a tanti, se non a tutti. Che questa bellezza non sia stata ancora valorizzata per sviluppare turismo, per creare economia, è invece dato di fatto.
La certezza arriva dai numeri relativi ai flussi turistici, elaborati dall’Osservatorio Regionale. Ad Asti poco più di 46.000 arrivi che si sono fermati mediamente un paio di giorni, esprimendo 107.000 presenze (arrivi x giorni di permanenza). Per circa il 60% turisti italiani. In dieci anni gli arrivi, che nel 2009 erano quasi 43.000, sono cresciuti solo dell’8%. In Piemonte del 36%, In Italia del 43%.
Come per ogni destinazione turistica o per una qualsiasi altra cosa da vendere, le chiavi del suo sviluppo sono quelle base del marketing: prodotto, prezzo, distribuzione e comunicazione. Il nostro prodotto è certamente dei migliori, non gli manca proprio nulla, unico e distintivo...bellissimo; un turista che si ferma ad Asti, spende come minimo il 20% in meno di quello che spenderebbe ad Alba; l’offerta è ricca e varia, sia negli elementi di attrazione che in strutture ricettive e ristorative. Cosa manca allora? Manca, ed è sempre mancata, la comunicazione, il raccontarci, senza fronzoli, senza inventarsi o organizzare altro, non ce n’è bisogno. Siamo talmente piena di storia, monumenti ed opere d’arte che sarebbe bastata un po di comunicazione per avere dati di crescita ben diversi.
Gli auspicati e dovuti obiettivi di sviluppo turistico sono però più facili da raggiungere se portati avanti anche con spirito di squadra e partecipazione. E non mi riferisco solo alla finanza locale, che ne avrebbe grande interesse, ma prima di tutto agli operatori del settore. Eroi, sotto un certo punto di vista, ma stanchi e silenti: le strutture ricettive astigiane, in particolare quelle alberghiere, pur non discostandosi molto dalla media regionale, avrebbero da spolverarsi un pochino e da iniziare, per ora nel presentarsi non lo fanno, a dare valore alle bellezze della città invece che solo alle loro camere. E poi ci siamo noi, gli astigiani, apparentemente assenti di ruolo. Ruolo invece fondamentale il nostro: da una parte di stimolo verso le istituzioni, dall’altra di perfetti promoters di Asti, attraverso le reti sociali.
Storie importanti, persone speciali e luoghi eccezionali: questo è Asti. Si iniziasse a raccontarne in giro per l’Italia ed il Mondo, non più così difficile oggi grazie a tecnologia e reti sociali, saremmo letteralmente invasi da turisti. Come visto, sempre più assenti. Non lo fanno gli Enti delegati, proviamoci noi astigiani, orgogliosi di vivere in un posto bellissimo.