Continua fino a domenica Asti Teatro, con tantissimi appuntamenti.
Venerdì alle 19 allo Spazio Kor va in scena in prima regionale “L’ombra della sera” di Alessandro Serra con Chiara Michelini, una produzione Teatro di Sardegna / Compagnia Teatropersona. L’ombra della sera si ispira alla vita e all’opera di Alberto Giacometti il cui universo viene evocato con un racconto silenzioso ed essenziale, fatto di immagini e movimento. Un movimento che non corrisponde mai al puro spostamento, ma piuttosto a una qualità più profonda e intima. La struttura drammaturgica si compone a partire dalle opere dell’artista: forme precise da cui estrarre possibili qualità di movimento e corrispettivi frammenti di umanità da evocare. Il racconto si sviluppa attraverso un punto di vista femminile ispirato alle tre donne della sua vita: la madre Annetta, la moglie Annette e la prostituta Caroline. La grande avventura per Giacometti consisteva nel veder sorgere qualcosa di ignoto ogni giorno sullo stesso viso. In questo senso lo spettacolo si ispirerà soprattutto al suo sguardo. Scoprire e far scoprire che la materia di queste esili figure non è carne martoriata né ossa scarnificate, ma piuttosto una speciale membrana, invisibile e sconosciuta che, come ossa sensibili alla pioggia, si infiamma di fronte a uno sguardo puro. Uno sguardo capace di attraversare la ferita più segreta e svelarne la bellezza, solitaria e dolente. È di ritrattistica dal vero che si sta parlando non di arte astratta. Sarà un ritratto dal vivo.
Alle 20,30 alla Chiesa del Gesù prima nazionale per “Le confessioni di Monica a Sant'Agostino”, uno spettacolo di Lorena Senestro, prodotto dalla Caduta, tratto da "Le Confessioni" di Sant'Agostino. Le Confessioni, scritte nel 398 D.C., sono il capolavoro di Agostino d’Ippona, santo, filosofo e padre riconosciuto del pensiero moderno. Sono una lunga conversazione con Dio scritta per essere letta a viva voce, un cammino fra gli eterni e immutabili problemi esistenziali e la cura della propria anima. Un lungo viaggio, dedicato allo spirito, nel quale Un lungo viaggio, dedicato allo spirito, nel quale l’autore cerca conferma alla sua fede, tentando di colmare la distanza fra anima e ragione, dispiegando tutte le contraddizioni del suo straordinario percorso biografico. Riprendendo le parole, i temi e la forma de “Le Confessioni”, Lorena Senestro dà voce alla madre di Agostino, Santa Monica, figura dibattuta e contraddittoria, che rivolge le sue confessioni al figlio invece che a Dio. La vita che narra è quella di una madre, apprensiva e severa, completamente dedita alla conversione del figlio primogenito al Cristianesimo. Un figlio adorato più di Dio, un dialogo vivo, illuminato, che conduce gli spettatori ad una riflessione sui limiti e sulle speranze dell’esistenza, una spietata indagine sui doppi fondi dell’anima e sul più diabolico dei suoi poteri: mentire a se stessi.
Alle 22 alla Casa del Teatro 3-L’Arcoscenico prima nazionale de “L’uomo più crudele del mondo”, scritto e diretto da Davide Sacco, con Mauro Lamanna e Gianmarco Saurino, prodotto da Teatro Bellini di Napoli e Teatro Vascello. Una stanza spoglia, in un capannone abbandonato. I rumori della fabbrica fuori e il silenzio totale all'interno. Paul Veres è seduto alla sua scrivania, è l'uomo più cattivo del mondo, o almeno questa è la considerazione che la gente ha di lui. Proprietario della più importante azienda di armi d'Europa, ha fama di uomo schivo e riservato. Davanti a lui un giovane giornalista di una testata locale è stato scelto per intervistarlo, ma la chiacchierata prende subito una strana piega. “Lei crede ancora che si possa andare avanti dopo questa notte… lei crede che questa vita domani mattina sarà la stessa che viveva prima?” dirà Veres al giornalista. In un susseguirsi di serrati dialoghi emergeranno le personalità dei due personaggi e il loro passato, fino a un finale che ribalterà ogni prospettiva.
Oggi prima delle due rappresentazioni della "Lisistrata nei quartieri spagnoli", spettacolo di Mimmo Sorrentino interpretato da un gruppo di detenuti, che si terrà oggi e domani alle 18 nel teatro della Casa di Reclusione di Quarto d'Asti, all'interno del festival AstiTeatro 41.
Lisistrata, come nella commedia di Aristofane, organizza uno sciopero del sesso per convincere gli uomini a sospendere la guerra e firmare la pace. Questa Lisistrata però non agisce nell’antica Grecia, ma nei quartieri di Napoli. E i belligeranti non sono Ateniesi e Spartani, ma clan rivali che si contendono le piazze per lo spaccio della droga. Il clima ironico e scurrile della commedia di Aristofane resta intanto.
Come resta intatta la sua visione emancipata della sessualità. La sua dissacrante e naturale forza. Il suo adolescenziale e incandescente pacifismo. L’attualizzarla però la getta nel reale, nel luogo dell’incubo, del dolore, che l’accompagna come un basso continuo, come un irreparabile accaduto. Il dolore per le donne abbandonate e per quelle che hanno abbandonato, il dolore per il desiderio castigato e soprattutto il dolore per non essere riusciti ad onorare la bellezza, la sacralità, la vivacità e l’intelligenza dei luoghi dove si è nati e cresciuti, rendono questo spettacolo unico, generatore di trasformazioni. Apre così le porte alla “crisi”, da intendere nella sua accezione etimologica, ossia “crescita”.
Drammaturgia e regia di Mimmo Sorrentino, assistente alla regia Raffaella Cordara.