Tra ricerca, scienza e nuove tecnologie, c'è ancora chi storce il naso quando sente parlare di vitigni in grado di resistere alle malattie senza ricorrere a pesticidi.
Si tratta di vitigni coi geni rinforzati per contrastare peronospera e oidio. Questo è stato l'argomento affrontato questa mattina, 12 luglio all'Istituto agrario Penna di Asti in occasione della Festicamp Cia, la festa annuale che organizza la confederazione provinciale per trattare argomenti e problematiche di estrema attualità. L'agricoltura deve cambiare, deve poter beneficiare di innovazioni e nuove tecnologie, a partire dalla genetica. "Oggi stiamo coltivando vitigni secolari - ha detto il professor Michele Morgante, docente di Genetica dell’Università di Udine, ospite della Cia di Asti per il convegno dedicato ai vitigni resistenti.
La genetica non è un capriccio, tanto meno in agricoltura. Se si pensa che sono 60 mila le tonnellate di pesticidi che sono stati usati in viticoltura in Europa nel 2007 (fonte Eurostat Report 2007), cercare di contenerne l'utilizzo diventa essenziale, soprattutto se si pensa al biologico che continua a guadagnare terreni.
Il professor Morgante ha illustrato il programma di sperimentazione genetica durato 15 anni nell'azienda sperimentale dell'Università di Udine. "Abbiamo prodotto un vino libero da fungicidi" ha aggiunto.
Per preservare la tradizione, c'è dunque bisogno di innovazione, anche per la Barbera e il Nebbiolo. Ma in Piemonte persiste la 'resistenza' ai vitigni resistenti. Esistono però campi sperimentali che si trovano a Castelnuovo Belbo, Fontanile, Carpeneto (Alessandria) e ad Alba. "Il nostro Istituto - ha aggiunto il dirigente del Penna, Gabriele Parisio - si propone per impiantarne uno". "Insieme all’Istituto agrario – ha affermato il vicepresidente Cia Piemonte e presidente provinciale di Asti, Alessandro Durando – stiamo attuando diversi progetti, perché la formazione e la ricerca sono alla base di tutto".
Tra i relatori della mattinata d’approfondimento, Giorgio Gambino, ricercatore del Cnr di Torino che ha condotto una ricerca sugli approcci più sicuri per la lotta ai patogeni fungini nel vigneto, mentre Yuri Zambon, ricercatore dei Vivai cooperativi Rauscedo ha raccontato l'attività di sperimentazione della ditta e ha presentato le dieci varietà di vini in commercio ottenuti da uve resistenti. Si tratta in prevalenza di vini bianchi e rossi internazionali, come il Merlot, il Cabernet e il Sauvignon. Ha partecipato all'incontro anche il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino.
Al termine del convegno sono stati consegnati i riconoscimenti che la confederazione dedica ad alcuni personaggi e associati. L’Agrestino 2019, il premio destinato a personalità del settore primario che si sono distinti per il loro operato, è stato consegnato al professor Michele Morgante. La Targa Oddino Bo è andata al giovane agricoltore Davide Laiolo, mentre il Memorial Luigi Meraldi è stato assegnato a uno dei soci confederali veterani, Valter Patelli. Novità di quest’anno, sono stati i cinque premi agli studenti dell'Agraria che hanno appena concluso la maturità a pieni voti: Sonia Ferrero, Luca Di Dio, Andrea Charbonnier, Andrea Morra, Simone Cisi.