Economia e lavoro - 30 settembre 2019, 17:02

Nuovi accordi territoriali per i contratti uso abitativo riguardanti i Comuni della Provincia di Asti,

Novità: grazie all’accordo depositato in tutti i Comuni della Provincia di Asti la durata minima contrattuale si riduce a 3 anni + 2 di rinnovo, anziché 4 anni + 4 dei contratti cosiddetti liberi

Le associazioni della proprietà immobiliare CONFAPPI-UPPI-APPE-CONFABITARE-APPC e degli inquilini SUNIA- SICET-UNIAT hanno stipulato i nuovi accordi territoriali per i contratti uso abitativo riguardanti i Comuni della Provincia di Asti, in vigore dal 1 settembre 2019.

Dopo quello del Comune capoluogo Asti, entrato in vigore il 1 febbraio 2019, è la volta dei piccoli comuni Astigiani suddivisi sostanzialmente in due gruppi. Uno (Nizza Monferrato, Canelli, San Damiano, Moncalvo, Villanova) e l’altro tutti i restanti Comuni della Provincia.

La struttura dell’accordo è quella del Comune capoluogo, cambiano ovviamente i valori della tabella allegato B, in quanto adeguati alla realtà territoriale.

Per quelli del 1° gruppo (Nizza ecc.) è previsto un differenziale maggiore tra il valore minimo e massimo vista la diversità del mercato immobiliare ad uso abitativo.

I contratti rispettosi dell’accordo offrono rilevanti vantaggi fiscali. Quello operante ormai dal 1 febbraio nel Comune capoluogo Asti cedolare secca del 10% in sostituzione dell’ imposta di registro e IRPEF ridotte.

Per i Comuni della provincia di Asti la normativa lascia la possibilità di applicare tale agevolazione, subordinandola alla deliberazione dello stato di emergenza negli ultimi cinque anni a seguito di eventi calamitosi (D.M. 16 gennaio 2017).

La grande novità è che grazie all’accordo depositato in tutti i Comuni della Provincia di Asti la durata minima contrattuale si riduce a 3 anni + 2 di rinnovo, anziché 4 anni + 4 dei contratti cosiddetti liberi.

Inoltre si ha la possibilità di stipulare contratti transitori non rinnovabili (durata massima 18 mesi) nonché, nei soli Comuni limitrofi ad Asti, contratti per studenti universitari.

Rimane comunque la possibilità di una aliquota IMU ridotta, se deliberata dal consiglio comunale. Si ricorda inoltre che la legge di stabilità ha previsto una riduzione del 25% per le unità immobiliari locate a canone concordato di cui alla legge 9 dicembre 1998, n. 431, che dunque è dovuta in misura pari al 75% dell’imposta determinata sulla base delle aliquote stabilite dal Comune.

Comunicato stampa