"Non vogliamo solo fischiare falli, ma costruire un percorso che porti lavoro e sostegno alle fasce deboli, agli anziani, ai disabili, ai bambini e a chi ha redditi bassi". Lo dice il segretario provinciale della Cgil di Asti, Luca Quagliotti che oggi primo ottobre ha presentato nella sede del sindacato di piazza Marconi un'analisi dettagliata del welfare astigiano. Il quadro che emerge è poco rassicurante.
La ricerca commissionata all'associazione Ires Lucia Morosini (che ha elaborato dati forniti da Istat e Regione Piemonte), rileva che la domanda di politiche sociali cresce, ma non aumentano i servizi, soprattutto in provincia. La percentuale dei richiedenti è del 3,8%. "Abbiamo raccolto e analizzato i principali dati ufficiali di riferimento - aggiunge Francesco Montemurro di Ires - per fornire un contributo alle politiche sindacali".
Il 26,3% degli astigiani ha passato i 65 anni d'età (chi ne ha più di 80 è l'8,9%). Un grado di invecchiamento più avanzato rispetto al resto della nostra Regione e che richiede servizi di assistenza potenziati. Come per i contribuenti a basso reddito che "raggiungono percentuali elevate: chi dichiara fino a 15 mila euro, considerando anche i redditi nulli e negativi, rappresenta il 42,5% del totale" (in Piemonte sono il 37,7%).
Per reddito medio, Asti è la penultima provincia in Piemonte dopo Verbania, con un valore di 20.016 euro: quasi 2mila euro in meno rispetto alla media regionale.
La copertura dei servizi assistenziali nel Comune capoluogo ha tassi vicini alla media regionale, mentre in provincia "si rilevano forti criticità - aggiunge Quagliotti - rispetto alla presa in carico di alcune categorie di utenti" come i disabili e gli anziani.
Gli utenti degli enti gestori ed erogatori dei servizi di assistenza (che sono il Comune di Asti, Cogesa e Cisa) nel 2017 sono stati 7.799. meno bimbi anche negli asili nido comunali: solo il 6,9% dei minori tra 0 e 3 anni. Si tratta di una percentuale inferiore a quella regionale (8%) e delle province di Torino, Biella, Novara, Vco e Vercelli.
Da marzo a settembre del 2019 sono state presentate 4.116 domande di reddito di cittadinanza, delle quali 2.636 accolte. A fine luglio, il 2,7% delle famiglie astigiane beneficiava di questa misura di sostegno al reddito. Gli stranieri che risiedono sul territorio provinciale sono l'11,5%.
La ricerca presentata è la seconda commissionata dalla Cgil. La precedente aveva preso in esame l'economia, il mercato del lavoro e la produttività del territorio. E anche in questo caso i risultati erano stati allarmanti.
"Un altro ambito carente - prosegue Quagliotti - è quello delle politiche urbanistiche". L'eliminazione delle barriere architettoniche e altri investimenti cittadini come residenze per anziani e housing sociale sono le richieste più pressanti, "su cui insistere" precisa.
Secondo il segretario provinciale, nell'ultimo anno i Comuni hanno accantonato fondi che non hanno ancora usato, ma che sono destinati al welfare. "Chiediamo un tavolo condiviso tra sindacati, associazioni e istituzioni per fare rete" dice. "Le risorse ci sono". La Cgil mette a disposizione di tutti la ricerca e spera di poterla condividere al Tavolo dello sviluppo locale.