Quando in un posto storia, arte e cultura hanno lasciato così tante testimonianze, come ad Asti, può anche capitare di darne qualcuna per scontata, invisibile se non valorizzata. La buona nuova arriva dal Comune che, con il progetto M’illumino le torri, presto accenderà i riflettori sulle principali antiche torri cittadine.
Era il 1638 quando il Malabaila, storico astigiano, raccontava nel suo Compendio Historiale della Città di Asti qualità e quantità di torri nel Medioevo. Torri urbane, nate come funghi quali tangibili simboli di benessere e potere delle grandi famiglie mercatali astigiane, le uniche tra l’altro ad essere autorizzate ad edificarle. Utili per la sicurezza privata, ma fondamentalmente esibizioni di potenza e prestigio dei vari proprietari. Fenomeno talmente esploso, nella seconda metà del ‘200, da necessitare regolamenti comunali che ne limitassero numero, altezza e dimensioni.
Delle oltre 100 esistenti all’epoca ne restano ancora una ventina, tra queste ben undici sono state inserite in un progetto comunale di valorizzazione: Comentina, De Regibus, Guttuari, Quartero, Rossa, Solaro, Troyana, la torre del Battistero di San Pietro in Consavia e quelle dei palazzi Gazelli, Natta e Roero. Il meglio del meglio. Per una città che mira ad essere, prima o poi, destinazione turistica, la notizia è veramente importante. I legami tra torri e sviluppo economico e sociale nella Asti medioevale, sono opportunità di racconto unica, stimolo a conoscerla meglio, a girarla in lungo e in largo e a trascorrervi più tempo. Troppa roba da vedere solo di passaggio. Perfetta occasione per far crescere, finalmente, le nostre oggi povere presenze turistiche.
D’altra parte, l’evoluzione di tecniche e tecnologie di illuminazione per valorizzare monumenti, è arrivata, non solo ad evidenziare dettagli non visibili alla luce naturale, ma a creare emozioni, a trasmettere messaggi e storie. Mai come oggi illuminare le città significa valorizzarle, dar loro una luce nuova, creando legami tra elementi architettonici ed edifici per condurre i visitatori lungo percorsi carichi di fascino, unicità e carattere. Quindi bravi ad aver inserito questo progetto tra le attività da finanziare con i fondi POR FESR 2014-2020 Vino e cultura. Occhio solo che tra poco è quasi ora di rendicontare. Anche l’investimento previsto fa ben sperare, 800.000 euro, confidando che una sua bella fetta sia già stata prevista per la promozione. Senza, resterebbe sempre una bellissima iniziativa, ma di sola gratificazione per gli astigiani e fine a se stessa nei suoi possibili ritorni turistici.
Spero allora che il tutto si realizzi al più presto. Nel frattempo, aveste iniziato a dare per scontate le nostre bellissime torri, mi auguro l’articolo vi offra lo spunto per alzare da subito lo sguardo verso questi esempi eccezionali della ricchezza del patrimonio storico e monumentale di Asti, a riprova della considerazione che viviamo in un posto bellissimo.