È il giorno dell'addio a Marisa Ombra, staffetta partigiana nell'Astigiano donna impegnata tutta la vita nella difesa della condizione della donna e dei valori della Resistenza.
Era vicepresidente nazionale dell'ANPI. Alle 14 Il funerale e ci sarà un corteo dell' Anpi, che, con amici e parenti accompagnerà le ceneri in arrivo da Roma, fino alla tomba di famiglia.
Presenti autorità e rappresentanze dell'Anpi da tutto il Piemonte
LA FEMMINISTA DAI "TACCHI A SPILLO"
Marisa Ombra nasce il 30 aprile 1925 in corso Alessandria ad Asti, nel cuore di un quartiere operaio dove sono attive le più importanti industrie del tempo (Maina, Way-Assauto, Fonderia Santangeletta e Ferriere Ercole), ma che è anche il confine orientale della città con la campagna.
Il papà è Celestino “Tino” Ombra, operaio alla Way-Assauto, partigiano Commissario delle Divisioni Garibaldi “Asti” e “Alarico Imerito”, Direttore del personale della Way-Assauto fino al 1955. La mamma è Ernesta Cabiati, operaia in filatura, partigiana nella IX Divisione Garibaldi. Di due anni più giovane è la sorella Giuseppina “Pini” anche lei partigiana nella IX Divisione Garibaldi.
Marisa Ombra entra nella Resistenza nella seconda metà del 1944 occupandosi, nella zona di Agliano, dei Gruppi di Difesa della Donna. Aderisce al partito comunista e fa la staffetta, spostandosi tra Valle Bormida, Valle Belbo e Alto Monferrato. La fine della guerra la troverà, insieme a mamma e sorella, a Costigliole. Comincia subito il lavoro politico nel Pci astigiano. E’ un’apprezzata funzionaria ma nel 1956 viene licenziata dal partito perché diventata nel frattempo - cosa all’epoca inaccettabile nel Pci - la compagna del giornalista Giulio Goria, sposato e separato.
Nel 1957 si trasferisce a Roma per restarvi fino ad oggi, occupandosi a tempo pieno del difficile percorso di emancipazione delle donne.
Nella capitale diventa prima dirigente dell’UDI (Unione Donne Italiane), poi presidente della Cooperativa Libera Stampa, editrice di “Noi donne” e lavora alla costruzione dell’Archivio nazionale dell’Udi. Nel 1989, dopo il discorso di Achille Occhetto alla Bolognina, esce dal Pci, ma continua ad occuparsi della condizione della donna nelle rapide trasformazioni che avvengono tra la fine del secondo e l’inizio del terzo millennio.
Nel 1987 ha pubblicato, insieme a Tilde Capomazza, “8 marzo, storie, miti, riti della Giornata internazionale della Donna” mentre nel 2009 ha pubblicato l’autobiografico “La bella politica” e nel 2012 “Libere sempre” dedicato alle ragazze d’oggi.
Dal 2006 Grande Ufficiale della Repubblica, è vicepresidente nazionale e componente della Segreteria nazionale dell’ANPI.