Attualità - 19 marzo 2020, 18:05

Coronavirus, la denuncia dell'OSAPP: "Poliziotti penitenziari in trincea. Mancano protezioni individuali"

L'organizzazione sindacale: "Un grido di aiuto in nome di tutti quei poliziotti penitenziari, che ogni giorno, escono dalla propria abitazione, per rendere il proprio servizio allo Stato, a quello stesso Stato a cui oggi si chiede niente di più che condizioni di lavoro accettabili"

Il Segretario Generale dell'OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), Leo Beneduci, lancia l'allarme: non ci sono abbastanza protezioni individuali per la Polizia Penitenziaria di Piemonte e Valle d'Aosta.

Per difendersi serve altro

L'OSAPP dichiara che, "pur apprezzando i timidi sforzi fatti dall'Amministrazione Penitenziaria nell’approvvigionamento dei kit completi, in questo momento di grande emergenza, non solo nazionale, serve ben altro per difenderci". 

Impossibile garantire il metro di distanza

Il sindacato, inoltre, lamenta il fatto che non sia fisicamente possibile garantire la distanza interpersonale di sicurezza di almeno un metro. 

"La auto responsabilizzazione dei singoli operatori che lavorano nei penitenziari, in ordine al proprio stato di salute, non è sufficiente. Per non parlare di quelle forme di triage all’ingresso dei penitenziari, dove per la misura della temperatura vengono incaricati poliziotti penitenziari, e non, come la logica imporrebbe, operatori del settore sanitario", continua OSAPP. 

No sanificazione e tensostrutture

Il sindacato, inoltre, denuncia anche l'assenza di sanificazione sanitaria degli ambienti penitenziari. 

"Duole infine riscontrare che anche le cosiddette tensostrutture, che avrebbe dovuto fornire la Protezione civile, appaiono un miraggio". 

Mascherine

"La vita umana è legata, al momento, ad un oggetto tanto semplice quanto raro: le mascherine. Superfluo ricordare che nella malaugurata ipotesi di un contagio tra i Poliziotti Penitenziari, si metterebbe in serio pericolo la stessa tenuta degli istituti penitenziari e conseguentemente la sicurezza di tutta la collettività", ricorda OSAPP. 

Un grido di aiuto

L'organizzazione sindacale ha definito questa presa di posizione come "un grido di aiuto in nome di tutti quei poliziotti penitenziari, che ogni giorno, escono dalla propria abitazione, per rendere il proprio servizio allo Stato, a quello stesso Stato a cui oggi si chiede niente di più che condizioni di lavoro accettabili"

Elisabetta Testa