- 10 aprile 2020, 22:11

Cirio: non c’è nessun “caso Piemonte”, abbiamo ereditato una situazione con molte criticità [VIDEO]

Il governatore ha ribattuto colpo su colpo a tutte le critiche sulla gestione dell’emergenza in Piemonte

La nuova proroga delle misure di contenimento decide dal governo, ma anche e soprattutto una replica colpo su colpo a quanti, in questi giorni, hanno criticato l’operato della sua giunta.

Dopo alcune sere di silenzio, il governatore Alberto Cirio questa sera è tornato ad analizzare l’emergenza nell’ambito di una diretta video postata sul suo profilo Facebook.

“Due ore fa premier annunciato proroga delle misure di contenimento fino al 3 maggio – ha esordito – , discusse anche stamattina nel corso di lunga riunione anche con il governo per valutare questo provvedimento. Io credo però che già dalla prossima settimana si dovrà ragionare seriamente alla successiva fase della ripresa.

Sono state introdotte modifiche parziali aprendo a negozi di cartoleria e attività rivolte ai bambini, insieme a queste vi è un articolo importante che prevede le Regioni possano mantenere le ordinanze attuali senza doverne fare un’altra”.

NON C’E’ NESSUN ‘CASO PIEMONTE’

“Voglio anche fornirvi qualche chiarimento su quello che qualcuno ha definito ‘il caso Piemonte’ - ha proseguito –. La nostra regione ha un tasso di crescita molto simile a quello di altre aree del nord, ma non dobbiamo mai dimenticare che il Piemonte ha iniziato la crescita del contagio grossomodo una settimana dopo la Lombardia, quindi è normale ci sia qualche discrepanza.

Guardiamo però ai posti occupati in terapia intensiva, calati di 50 posti letto in cinque giorni a conferma che c’è un minor assembramento nei nostri ospedali. Dati che ci confermano che stiamo evolvendo positivamente, ma dobbiamo essere molto seri per evitare passi indietro”.

“Qualcuno ha voluto poi montare un caso tamponi – ha aggiunto – : per poterli fare, sono necessari dei laboratori presso cui effettuare i test virologici. A febbraio avevamo due soli laboratori “ereditati” dalla precedente gestione regionale: era necessario intervenire e ad oggi i laboratori d’analisi sono diventati 18 e presto saliranno a 20. Siamo passati da 120 test giornalieri a inizio febbraio a 4.500-5.000 che possiamo fare oggi. Per realizzare questi laboratori è stato necessario tempo: è stato un lavoro complesso. E ricordiamoci che per far funzionare questi laboratori serve del personale, dall’infermiere che viene a effettuarli ai tecnici che li esaminano”.

CI SIAMO TROVATI A COMBATTERE UNA GUERRA ALLA QUALE NESSUNO ERA PREPARATO

“Ho trovato una sanità con grandi eccellenze ma anche con grosse criticità, tra cui appunto i laboratori analisi dei tamponi. Io accetto tutte le critiche, ma credo si debba far tutti una seria riflessione su questa crisi. Era pronta la nostra regione? Era pronta l’Italia? Io credo di no. Ci siamo ritrovati a combattere una guerra e lo abbiamo fatto con le armi che ci siamo trovati.

Dico a chi fa politica, a partire da me stesso, di far tesoro di questo momento per ragionare sul futuro. Il taglio della sanità attuato nel tempo è stato un grande errore. Facciamo un bagno di realismo e curiamo il Piemonte che oggi è ferito. Possiamo guarirlo solo se rimaniamo uniti, senza perdere tempo per far polemica. La luce in fondo al tunnel c’è: abbiamo bisogno di ripartire, i negozi di riaprire, le persone di uscire da casa. Ma noi abbiamo la responsabilità di ragionare tutti insieme per tornare alla normalità”.

Redazione