- 23 aprile 2020, 17:05

Confcommercio Asti: "Il Piemonte consenta il take away per aiutare ristoratori e baristi"

A parlare è Claudio Bruno, direttore Confcommercio Asti. "I ristoratori sapranno garantire il rispetto delle norme di sicurezza igienico sanitaria"

La Regione Toscana dal 24 aprile consente la “vendita del cibo da asporto” da parte degli esercizi di somministrazione, una vendita per asporto che potrà essere effettuata previa ordinazione on-line e/o telefonica , garantendo che gli accessi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano nel  rispetto delle norme di sicurezza igienico sanitaria. In altra parole significa “Take Away”.

In Piemonte , al momento, il Take Away non è consentito credo invece che questo tipo di vendita aiuterebbe i ristoratori , i bar e le pizzerie , del resto - sottolinea Claudio Bruno Direttore della Confcommercio di Asti – questo è un sistema di vendita ormai consolidato in molti paesi d’Europa, mentre noi ci troviamo di fronte ad interpretazioni e decisioni spesso diverse tra una Regione l’altra, dimenticando che stiamo parlando di un settore, quello della ristorazione in grandissima difficoltà, dove le preoccupazioni aumentano di giorno in giorno a fronte delle scarse garanzie che il Governo sta offrendo".

"Credo che proprio per questo l’impegno di tutti debba essere quello di mettere nelle migliori condizioni chi vuol riaprire - ribadisce Claudio Bruno -  ci aspettiamo indicazioni e procedure snelle , semplici e funzionali  perché, chi ha potuto stare aperto in questo periodo e mi riferisco in particolare all’agroalimentare , ha dimostrato di sapersi organizzare, avendo la consapevolezza che la tutela della salute è e deve essere di primaria importanza e che va tutelata, ma nello stesso tempo che il fattore economico non può stare fermo e che non serve la “burocrazia”

Un categoria , quella della ristorazione , che vede già purtroppo compromessi i fatturati del 2020, basti pensare che le perdite in questi primi mesi superano già i 20 miliardi (dato FIPE - Federazione Italiana Pubblici Esercizi Confcommercio).

“Sottolineo ancora una volta che alle imprese non servono prestiti ma  finanziamenti a fondo perduto per poter fare fronte a tutta una serie di spese ed  oneri di gestione, ai mancati fatturati e ad una sicura riduzione del fatturato per il futuro , che stimiamo mediamente del 50%  , perché quando le attività  riapriranno  dovranno far rispettare le  distanze e prendere atto delle paure dei clienti".

“Nel frattempo e se vogliamo davvero aiutare la ristorazione– conclude Claudio Bruno  - perché non consentiamo anche noi  alla  ristorazione  di vendere piatti pronti take away? Siamo certi che i ristoratori siano in grado di garantire che gli accessi per il ritiro dei prodotti ordinati avvengano nel rispetto delle norme di sicurezza igienico sanitaria".

 

Comunicato stampa