"Rompiamo il muro del silenzio, diamo voce agli invisibili". Con una maschera calata sul viso e le bandiere al vento, sotto la Regione Piemonte sfilano i dipendenti del settore sociosanitario assistenziale privato.
I lavoratori, che in questi mesi di pandemia Coronavirus hanno continuato a lavorare nonostante la morte fosse ovunque attorno a loro, si sentono appunto invisibili. Ignorati da tutti, soprattutto dalle istituzioni.
NUMERI IMPRESSIONANTI
I numeri, d'altra parte, sono impressionanti. L'ultimo monitoraggio della Regione Piemonte sulle Rsa risale a un mese fa, quando nelle 750 strutture per anziani, su 40.000 ospiti e 15.000 dipendenti, erano stati eseguiti 20.642 tamponi. Il 35% degli ospiti è risultato positivo, così come il 23% del personale. I decessi accertati? 660 in più rispetto all'analogo periodo del 2019.
"I numeri delle morti degli anziani nelle case di riposo rendono invisibili i loro volti e le loro storie, talmente sono elevati" affermano in una nota congiunta i sindacati FP CGIL, CISL FP, FISACAT CISL, UIL FPL, UIL TUCS. "La speranza, è che dopo un periodo complicatissimo, con l'emergenza ancora in corso, non rimangano invisibili anche i lavoratori, già mandati in prima linea spesso senza protezioni adeguate, direttive e riconoscimenti" è l'appello dei sindacati.
EROI? SIAMO DIMENTICATI
“Si parla molto dei professionisti che operano negli ospedali, gli eroi di questa emergenza, noi che da sempre con pari professionalità eroghiamo servizi essenziali alle persone fragili, continuiamo a rimanere nell’oblio” affermano i lavoratori.
Durante il presidio, per onorare le vittime delle Rsa e denunciare le condizioni di lavoro del personale, i presenti hanno indossato il lutto al braccio.