La Buonarroti di Asti non è pronta per accogliere gli alunni a partire dal 14 settembre.
Lo si apprende dal sito del Quinto Circolo didattico di Asti, di cui la scuola fa parte, in seguito a una riunione straordinaria con i genitori, a cui hanno partecipato anche il sindaco Maurizio Rasero, l'assessore comunale ai Lavori Pubblici, Stefania Morra e l'assessore all'Istruzione, Elisa Pietragalla.
La prima campanella suonerà in ritardo di 10 giorni, il 24 settembre alle 8. Per quel giorno i lavori di ristrutturazione saranno completati.
"Prima di tutto per ragioni di sicurezza, ho deciso, concordemente ai rappresentanti dei genitori, di rimandare l'apertura a dopo il referendum per sistemare quanto di nostra competenza con la necessaria attenzione e cura. Recupereremo tutte le 20 ore di lezione previste nei cinque giorni del 14 al 18 settembre", spiega il dirigente scolastico, Graziella Ventimiglia.
Già il 24 settembre si svolgeranno 5 ore di attività didattica e così anche venerdì 25 e sabato 26 settembre.
Il 28 settembre si comincerà con il tempo pieno e si ipotizza di recuperare le ore perse sabato 3 ottobre (4 ore), sabato 17 ottobre (4 ore e 30') e sabato 24 ottobre (4 ore e 30').
Solo pochi giorni fa l'Amministrazione comunale aveva garantito che i lavori edili sulle scuole di Asti sarebbero terminati in tempo per il 14 settembre.
"So di creare disagi - continua Ventimiglia - ma il rientro in sicurezza e la preparazione di una nuova scuola in modo non frettoloso vengono prima di tutto".
Contemporaneamente il consigliere comunale di CambiAmo Asti, Angela Quaglia, in una lettera indirizzata al sindaco Maurizio Rasero e alla sua Giunta, chiede a che punto siano i lavori scolastici.
"Per le scuole è tutto ok? Nei giorni scorsi siamo stati tranquillizzati sul fatto che per la riapertura delle scuole avremmo avuto edifici in ordine, banchi monoposto e misure di sicurezza adeguate. Mi pare invece che qualche problema ci sia", spiega Quaglia.
Il consigliere chiede conferma del fatto che "i piccoli allievi della De Benedetti entreranno anch’essi a scuola con qualche giorno di ritardo". Non solo.
Per quanto riguarda la scuola Jona si vocifera che i ragazzi che avrebbero dovuto rimanere nel “moncone” Jona dovranno (almeno provvisoriamente) seguire le lezioni nelle aule dell’Università? "E perché? Che cosa è andato storto nel crono programma di abbattimento e costruzione?", interroga Quaglia.
Tanti interrogativi, a cui l'Amministrazione sarà chiamata a rispondere.