Attualità - 19 settembre 2020, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo e siamo ciò che mangiamo

Puntata dedicata al variare di valori attorno al cibo, così forti ed importanti anche nell’Astigiano, nel loro ruolo identitario, patrimonio di saperi e rapporti

Uno dei ritratti allegorici di Giuseppe Arcimboldo

Nel consumare un semplice, ma gustosissimo antipasto di fagioli all’astigiana, seguendo le indicazioni del grande Giovanni Goria, o nel chiudere un pasto con un sontuoso bonet, sempre all’astigiana, sempre su ricetta Goria, non stiamo solo nutrendoci, ma ci siamo avvicinati ad un mondo di relazioni, cultura, identità, impegno e cure. Nel 1862, Feuerbach, filosofo tedesco, scriveva giustamente: l’uomo è ciò che mangia. Il cibo ci fa esistere ed essere, e ancor più ci rapporta agli altri. Non a caso  cibo e tavola sono stati stati da sempre oggetto d’attenzione da parte di artisti e letterati, lì si è ricercato e si ricerca il ponte tra corpo ed anima. Si mangia per assaporare, gustare e deliziarsi, ma anche per tramandare tradizioni, per ricordare da dove veniamo e per comunicarlo. Il cibo è atto e fatto culturale, carico dei migliori valori identitari di un territorio, grande patrimonio di saperi, di produzioni e specialità locali, di storie e piatti tipici. Un mondo bellissimo, carico di grandiose ricette tradizionali, veri racconti delle comunità a cui da sempre appartengono.

Grazie a ‘sto accidenti di virus abbiamo tutti recuperato tempo e molti lo hanno dedicato alla riscoperta del buon cibo o di antiche preparazioni, ritrovando nel contempo anche il rispetto del tempo necessario alla loro produzione. Il tempo non solo trascorso tra i fornelli, ma prima ancora quello che, a monte, è il prezioso lavoro agricolo, iniziando a dare il giusto e dovuto valore alla qualità, spesso a costi assai convenienti.

Mentre i mercati di cibo e vino stanno ripartendo, una prima conferma arriva dai consumi interni che si stanno sempre più muovendo verso apprezzamenti, mai previsti e visti prima, per quanto proposto dalle nostre comunità territoriali, ricchissime di piccole produzioni e produttori, senza cui non si potrebbe continuare a parlare veramente di eccellenza e bellezza italiana. Bellezza ritrovata  nel ridare centralità all’incontrarsi a tavola, nel quotidiano familiare e non solo, e verso consumi nuovi, improntati ad un’attenzione incredibile per i legami tra cibo, ambiente e salute. È scattata allora la caccia a cibi salutari ed etici, prodotti nel rispetto dell’ambiente e delle persone, con la volontà sempre più forte e sana di sostenere produttori locali e piccolo commercio.

Questi i nuovi e bellissimi valori, da tempo promossi, ma mai realmente esplosi, che oggi iniziano ad essere tendenza, ottime basi di ripartenza improntate su filiera corta, piccolo, tipico e buono. Fortunati noi che viviamo nell’Astigiano: un posto pieno di prodotti e produzioni spettacolari ed uniche. Un posto dove è ancora possibile trovare rapporti e qualità, direttamente nelle aziende agricole, nei mercati dei produttori e nei vari piccoli alimentari di cui sono costellati i nostri borghi. Ci sarà certamente più facile seguire la tendenza, per il nostro piacere e per supportarli a continuare a creare valore a favore di tutto il territorio.

Davide Palazzetti