Sanità - 04 ottobre 2020, 12:51

Giovedì gli operatori socio-sanitari italiani ‘incroceranno le braccia’ per far valere i propri diritti

Il sindacato Human Caring Sanità, che li rappresenta, ha organizzato una manifestazione di fronte al Ministero della Salute

Il sindacato professionale Human Caring Sanità, che rappresenta e tutela la figura e il lavoro degli OSS (Operatori socio-sanitari) italiani, ha indetto uno sciopero nazionale per la giornata dell’8 ottobre per protestare, si legge in un comunicato: “per la mancata applicazione della legge 3/2018 (legge Lorenzin – area socio sanitaria) dagli ultimi due Ministri della Salute che hanno ignorato e rifiutano di riconoscere la professionalità di una figura indispensabile nel ruolo sanitario e socio sanitario”.

“Altri temi da affrontare – si legge ancora nella nota stampa – sono gli oss che lavorano nelle scuole che protegge e promuove la salute degli studenti con problemi di salute, gli oss nelle carceri, il mancato scorrimento delle graduatorie, la stabilizzazione dei precari, il lavoro usurante non riconosciuto, piani di studio conformi a livello nazionale e formazione continua come i colleghi europei, mancati bonus covid 19”.

Proprio nell’ambito della lotta alla pandemia “Gli OSS hanno lavorato in sotto numero, coprendo turni in situazioni di emergenza e non, con contratti a tempo determinato attendendo la chiamata in ruolo, mai avvenuto. e in altri casi si è creata una sorta di ricatto di rinnovo con casi di obbligo all’abuso di professione. Per questi motivi siamo stanchi di essere ignorati e trattati come dei fantasmi della sanità e del sociale!

Conseguentemente, spiega la nota firmata da Angelo Minghetti per la Segreteria Nazionale, l’8 ottobre “attueremo un sitting sotto il Ministero della Salute affinché il Ministro si ravveda sulla sua opinione di formazione inferiore e dia la possibilità agli operatori socio sanitari di essere dei professionisti dell’assistenza di base. Professionisti con competenze proprie all’assistenza alla persona”.

LA FIGURA DELL’OSS NELLA SANITA’ ASTIGIANA

Al fine di approfondire maggiormente la conoscenza di questa importante figura professionale di ambito sanitario, abbiamo contattato Silvio Caltanelladelegato RSU della sigla sindacale, che ad Asti conta 19 iscritti, presso l’Ospedale di Asti – cui abbiamo chiesto qualche ulteriore delucidazione.

“Tutti ci vedono e conoscono – ci ha spiegato –, ma pochi sanno cosa affettivamente facciamo. Non siamo infermieri, non siamo infermieri generici, non siamo il vecchio ausiliario sebbene il contratto di lavoro continui a inquadrarci con ruolo tecnico. Noi facciamo assistenza alla persona, che è una cosa un po’ differente”.

“La figura nasce nel 2001 in seguito ad un accordo Stato-Regioni che univa due figure professionali precedenti, ma in quasi 21 anni c’è stato molto sviluppo: ritenendo che il decreto andrebbe aggiornato, abbiamo sentito l’esigenza di portare avanti le aspettative di questa categoria un po’ dimenticata. Se mi passa l’espressione, noi non siamo né carne né pesce, ma il sale che dà sapore a entrambe”.

In quanto ai compiti degli OSS: “Siamo a quotidiano contatto con i pazienti per supportarli nelle loro esigenze, ma la mancata chiarezza normativa ci espone al rischio di incorrere in abusi di professione. Noi siamo abilitato all’aiuto all’assunzione del farmaco, non alla somministrazione. Non abbiamo alcuna intenzione di sostituirci alla figura dell’infermiere e fare terapia, compito che spetta e riteniamo debba continuare a spettare a chi svolge professione infermieristica. Riteniamo importante che il cittadino-utente riceva la terapia esclusivamente da chi è titolato a farlo, ovvero dagli infermieri, cosa che purtroppo a volte, al di fuori del contesto ospedaliero, non sempre avviene. Esponendo a un duplice danno: mortificare le esigenze del cittadino-paziente e esporre l’operatore che accetta di svolgere compiti che non gli spettano al reato di abuso di professione”.

“Tramite il sindacato – spiega ancora Caltanella –, cerchiamo di farci sentire in un momento obiettivamente difficile. Probabilmente la situazione contingente Covid farà sì che non vi sia un’adesione allo sciopero particolarmente alta, ma abbiamo davvero la necessità di far sentire la nostra voce. Chiediamo anche maggior formazione e che venga svolta in modo uniforme e consone al profilo dell’OSS. Non vogliamo sostituirci agli infermieri, bensì aver la garanzia che vengano tutelati al contempo il nostro ruolo professionale e le esigenze del cittadino-utente

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Gabriele Massaro