Da poche settimane Matteo Ponghetti, attaccante esterno classe 2006, sta vivendo una nuova e esaltante avventura sportiva, poiché è diventato ufficialmente un calciatore del Torino FC.
Ponendo così un nuovo punto di partenza per il giovane atleta astigiano, che ha sempre mantenute intatte umiltà e voglia di faticare per migliorare, settimana dopo settimana. “Ho iniziato il mio percorso calcistico a sei anni – racconta Matteo – e a 8 sono entrato a far parte della Scuola Calcio Astigiana. Per me è stata una seconda famiglia, con cui ho trascorso cinque stagioni bellissime, prima di trasferirmi nell’estate 2020 al Chieri Calcio. Dopo solo due settimane con il club torinese è arrivata la chiamata granata e ho sposato questa opportunità con grande entusiasmo”.
Tanti i ricordi dei cinque anni astigiani: “Alla SCA ho avuto due riferimenti principali – afferma il giovane calciatore –. Il primo è Simone Perla, mio allenatore all’inizio dell’esperienza nel club, il secondo è Daniele Delli Poggi, che mi ha guidato nelle due stagioni successive”. La sua filosofia, alla SCA come al Torino, resta lo stessa: “Lavorare tanto e a testa bassa, mantenere umiltà in qualsiasi categoria o squadra, non far mancare mai l’impegno e la voglia di lavorare”.
"La mia avventura nel Torino, sotto la guida di mister Christian Ferratti, è iniziata bene – aggiunge Ponghetti – Il modulo scelto dall’allenatore è il 4-3-3 e tendenzialmente vengo impiegato nel ruolo di attaccante di destra nel tridente, un ruolo in cui mi sento a mio agio. Lavoro con concentrazione ogni settimana, per poter affrontare un processo di crescita che mi porterà a imparare tanto sotto il profilo tecnico-tattico. Resto con i piedi ben piantati a terra, certo è che mi piacerebbe tantissimo riuscire a raggiungere l’opportunità di giocare con la Primavera granata”.
Idee chiare e tanta voglia di godersi ogni istante sul terreno di gioco per Matteo, che ha un idolo assoluto: “Non ho mai avuto icone a cui ispirarmi – chiosa l’attaccante – ma ho sempre apprezzato tanto Pelè, per le sue doti calcistiche ma soprattutto per il suo spessore umano. Ho anche visto un film sulla sua vita che mi ha ispirato parecchio”.