Attualità - 12 novembre 2020, 07:28

Si ricorda oggi la strage di Nassiriya, in cui morì anche l'astigiano Giovanni Cavallaro

Era il 12 novembre 2003. Mattarella: "Lo slancio e l'altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune è fonte di riflessione per tutti i cittadini"

Anche quest'anno, anzi più che mai in questo anno, devastato da una guerra contro un invisibile nemico, vogliamo ricordare la strage di Nassiriya, verificatasi durante un'operazione militare con finalità di peacekeeping (mantenimento della pace), in cui furono uccisi, la mattina del 12 novembre 2003, 19 italiani (12 carabinieri tra cui l'astigiano (di Nizza) Giovanni Cavallaro, 5 militari e 2 civili.

Il 12 novembre 2003 – esattamente due anni, due mesi e un giorno dopo il devastante attentato alle Torri Gemelle di New York – un’autocisterna carica di esplosivo irruppe nella “Base Maestrale” di Nassiriya (una delle due sedi dell’Operazione “Antica Babilonia”, missione di pace italiana in Iraq, avviata qualche mese prima con la partecipazione di 3.000 uomini, 400 dei quali appartenenti all’Arma dei Carabinieri).

L’esplosione causò il crollo di gran parte dell’edificio principale e danneggiò gravemente la seconda palazzina, sede del Comando. Il devastante bilancio dell’atto terroristico si attestò su 28 morti, 19 dei quali italiani e venne definito  l''11 settembre' italiano

Nelle parole di Carlo Azeglio Ciampi, nel discorso di fine anno del 31 dicembre 2003, il senso dell'amore per la Patria: "Ho ancora nel cuore la compostezza dei familiari. In loro ho visto l'immagine della famiglia e la più alta espressione dell'amor di patria. C'è un forte e crescente senso di comunità, grazie per la forza che mi trasmettete".

Giovanni Cavallaro

Tra le vittime anche Giovanni Cavallaro, nato a Messina il 21 giugno 1956 e residente con la famiglia a Nizza Monferrato, Cavallaro fu una delle due vittime piemontesi della strage del 12 novembre 2003 (l’altra fu il torinese Andrea Filippa)

Sottotenente, Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero "alla memoria", il 7 aprile 2009 gli è stata intitolata la Caserma sede della Stazione Carabinieri di Ganzirri (ME) e il 19 ottobre 2010 la Caserma sede del Comando Stazione Carabinieri di Nizza Monferrato.

Per lui la Croce d'Onore alle vittime di atti di terrorismo o di atti ostili impegnate in operazioni militari e civili all'estero con la seguente motivazione:

"Comandante del plotone infoinvestigativo dell'unità di manovra del Reggimento M.S.U. impegnato in missione a sostegno della martoriata popolazione irachena nell'ambito dell'operazione "Antica Babilonia", coraggiosamente consapevole dei gravi rischi ai quali si esponeva, si prodigava per assolvere il proprio delicato incarico con fermezza di intenti, senso del dovere ed altissimo spirito di sacrificio.

Il 12 novembre 2003, a seguito di improvviso attacco ad una installazione del contingente nazionale, veniva mortalmente investito dal devastante scoppio di un'ingente quantità di esplosivo, provocato proditoriamente da cellula terroristica suicida, sacrificando così la propria vita ai più sacri valori dell'amor di patria e dell'onore militare. Chiarissimo esempio di eletta abnegazione ed incondizionata dedizione al dovere".

An Nassiriya (Iraq), 12 novembre 2003

Lo scorso anno nel ricordare la strage il presidente Sergio Mattarella aveva spiegato che "L'esempio dei nostri caduti rappresenta un vincolo morale per la continuità del contributo del nostro Paese nei diversi ambiti: le donne e gli uomini presenti nelle diverse aree di conflitto sanno di poter contare sul concorde sostegno del popolo italiano. I conflitti e le tensioni, spesso provocati e sostenuti da forme di terrorismo transnazionale rivolte a sovvertire i principi di convivenza, rispetto dei diritti umani, libertà, vedono impegnata l'intera comunità internazionale per affrontare sfide insidiose contro l'umanità. Lo slancio e l'altruismo di quanti hanno donato la propria vita per il bene comune è fonte di riflessione per tutti i cittadini, che nel loro agire quotidiano sono chiamati ad un contributo egualmente prezioso per la civile convivenza e il progresso della comunità nazionale e internazionale".

Redazione