Il Piemonte non ha, al momento, un problema legato alle terapie intensive. E' quanto dichiarato dal dottor Sergio Livigni, coordinatore dell'area ospedaliera e delle terapie intensive dell' Unità di Crisi che si sta occupando dell'emergenza Covid-19.
Nonostante i 372 posti occupati da pazienti che necessitano di un'assistenza continua infatti, con l'ipotetica soglia di 370 superata in data odierna, l'Unità di Crisi è al lavoro per trovare nuove sistemazioni. "Non siamo allarmati, nel piano pandemico presentato c’è un progressivo aumento dei posti letto nelle terapie intensive. Ogni giorno attiviamo da 20 a 30 posti letto per essere in condizioni di sicurezza. Possiamo attivarne ancora 150 o 200 posti circa", ha affermato Livigni a Rai 3.
La rimodulazione dei posti di terapia intensiva è quindi pressoché continua, con spazi che vengono ripensati e rivisti ogni giorno. Oltre a una criticità legata a strutture e strumentazione, inoltre, vi è poi quella legata ai professionisti indispensabili per "gestire" le terapie intensive: "Il personale è una criticità e quindi bisogna bilanciare bene l’attività ordinaria, che deve essere ridotta per recuperare personale da dedicare a queste strutture".
"Gli accordi con le università ci permettono di avere risorse in più", ha concluso Livigni.