Lo spettro della chiusura che si aggira sopra il Centro Studi Alfieriani di Asti continua a generare polemiche e malumori.
Se anche i club di servizio dell'Astigiano sono scesi in campo per difendere strenuamente questa grande realtà, oltre all'avvocato Luigi Florio e all'ex assessore alla Cultura Adriana Marchia, continuano a non essere chiare le vicende sottese alla presentazione del bilancio in rosso del Centro.
La presa di posizione social di Carlo Cerrato
Così ieri il giornalista astigiano Carlo Cerrato, come Consigliere di amministrazione della Fondazione che ha gestito come Presidente facente funzione, per ben undici mesi, la transizione tra la Presidenza della prof.Masoero e la nomina del neo Presidente prof. Boggione, ha affidato ai social una lunga presa di posizione.
Durante la mia gestione straordinaria, con la collaborazione gratuita di consiglieri e amiche e amici preziosi abbiamo avviato a soluzione alcuni seri problemi e presentato una serie di progetti.
In breve le azioni principali:
-riallacciato rapporti con Ministero perche' esclusi dalla tabella triennale ( non era stata presentata domanda).
-intensificati rapporti con la Regione e firmata per la prima volta una convenzione da 15 mila euro annui rinnovabile. Cosa e' stato fatto quest'anno?
-incassati 30 mila euro da Fondazione Crt su progetto 2018
-avviata per la prima volta la definizione dello stato patrimoniale ( stima prudenziale 6 milioni di euro).
-stesura piano strategico come documento di base per lo sviluppo da parte di economisti della cultura.
-avvio revisione sito per rispondere a criteri trasparenza
-ottenuto finanziamento di 50 mila euro, su progetto, da Compagnia di San Paolo. Che fine ha fatto?
-avviate iniziative per valorizzazione magazzino librario( venduti libri per 2000 euro). Nel 2020 nulla.
-avviata ristampa anastatica volumi esauriti della edizione nazionale per poter avere opera completa e vendibile. Bloccata.
Con l'arrivo del nuovo Presidente tutte queste iniziative sono state bloccate o ignorate senza che sia stata data la possibilità di discuterne.
Nel corso della gestione straordinaria non è stata definita la convenzione con Fondazione Asti Musei in quanto problema complesso da affrontare con una Presidenza con pieni poteri.
Il Palazzo Alfieri è del Comune e la Fondazione ha contribuito con un milione di euro al restauro, tutto cio che è nel Museo (valore circa un milione e mezzo) è della Fondazione, ma il Comune lo ha dato alla Fondazione Asti Musei che lo gestisce senza alcun corrispettivo alla proprietà, che per legge ha l'obbligo di tutelare e valorizzare il patrimonio).
È un problema da affrontare rapidamente e con onestà intellettuale, uscendo una volta per tutte delle ambiguità che hanno finora solo danneggiato il patrimonio materiale e ideale legato al nome di Alfieri. Ma questo è il tema per un altro intervento.
Il bilancio 2019 si è chiuso con dati soddisfacenti e con l'approvazione dei revisori che hanno dato atto di una situazione delicata, ma in via di miglioramento: conto economico sui 75 mila euro di cui due terzi spese di personale. A fine 2019 risultavano crediti per 88 mila euro. Quanti progetti sono stati presentati quest'anno? Quali nuovi contributi sono stati ottenuti? Entro fine novembre scadono tre bandi regionali. Sono state presentate le domande? So da fonti del Ministero che siamo in corsa per un ottimo riconoscimento. Mi suona strana la fretta di liquidare l'ente senza una ragione plausibile e senza aver informato il consiglio di amministrazione.
Perché tutta questa foga distruttiva esplosa sui giornali? Di chi fa il gioco? La cordata universitaria che da anni mira alle carte di Alfieri di proprietà della Fondazione Centro Studi alfieriani non pare molto ben messa di questi tempi a Palazzo Nuovo di Torino. Che sia il caso di approfondire cosa sta accadendo?
A novembre 2020 , dopo mesi di totale inazione (due sole riunioni in un anno ) ci si trova di fronte ad un gran polverone e all'ipotesi di scioglimento. A chi interessa davvero mettere le mani sul patrimonio, con la scusa di debiti che non ci sono?
Roba da non credere, per usare termini urbani. Siamo in presenza di una Fondazione con un patrimonio di almeno sei milioni di euro, e un conto economico che si aggira sui settantamila euro, l'anno. E si parla di scioglierla perchè una città di settantamila abitanti non è in grado di esprimere un gruppo che la sappia gestire e inventarsi delle soluzioni? E si continua ad equivocare tra Palazzo, Museo, Fondazione senza chiarire una volta per tutte ambiti, prerogative, rapporti? Senza mai soffermarsi a leggere i numeri?
Purtroppo attorno a questa Fondazione, subentrata sedici anni fa in continuita giuridica al Centro nazionale di Studi Alfieriani nato nel 37, si sviluppa da decenni un balletto incontrollabile di piccole camarille universitarie, gelosie, giochetti di potere locale, dispetti e interessi personali. E dominano gli equivoci.
Per raccontarla tutta ci vorrebbe un libro e non è escluso che un giorno lo scriva.
Sono circolate ipotesi di scioglimento di cui ora tutti negano la paternità. Secondo me non hanno alcun senso e mi opporrò con tutte le possibili iniziative, per quanto nelle mie possibilità. La gestione dello scorso anno ha dimostrato che con l'impegno e la progettualità, ma soprattutto con molta umiltà e voglia di lavorare sodo per la comunità (senza gettoni) i problemi si possono superare. Con l'alterigia e la supponenza non si va da nessuna parte. Chi ha portato la Fondazione Centro di Studi alfieriani nuovamente nell'occhio del ciclone, nell'arco di appena un anno, se ne assuma la responsabilità e ne tragga le conseguenze. Il danno è stato fatto, si deve correre ai ripari rapidamente. Essere inadeguati non è una colpa. Basta saperne prendere atto.
Intanto esce una nuova "Vita" di Alfieri
Intanto è in edicola la nuova edizione commentata della "Vita", di Vittorio Alfieri. Pubblicata da Feltrinelli nella fascia economica, è stata curata da Carla Forno, direttrice della Fondazione Centro di Studi Alfieriani.
Si tratta di un'edizione che contiene diverse note brevi, scritte in un linguaggio più semplice. Il libro è acquistabile a 10 euro, sia in libreria sia online, anche in versione e-book. In copertina è raffigurata un’incisione di Vittorio Alfieri, della Fondazione.