Il ciclone del Coronavirus è passato anche nel mondo del lavoro e in particolare sugli infortuni (spesso mortali). Non poteva essere diversamente, ma i dati elaborati dall'Inail Piemonte ora che il 2020 volge al termine sono un pugno nello stomaco, anche in considerazione che al conto complessivo mancano ancora gli ultimi due mesi dell'anno.
Tantissime le persone colpite, soprattutto a Torino e provincia, ma in tutto il Piemonte 8 contagi su dieci hanno riguardato le donne, specialmente nel terziazio e nelle professioni sanitarie e assistenziali, ma a morire sono stati soprattutto gli uomini (80%).
I dati del 2019 e l'illusione di una "tenuta"
Il 2019 aveva lasciato pressoché inalterata la situazione rispetto al 2018: erano stati infatti 47.810 i casi di infortunio denunciati contro i 47.909 dell'anno precedente, pari a un calo del -0,2%, mentre i casi mortali erano scesi da 107 a 100 con una diminuzione del 6,5%. Un trend sostanzialmente in linea con quello nazionale, con Torino e provincia a portare il peso più grande (24.121 casi contro i 24.151 del 2018 di cui 34 mortali contro i 48 precedenti).
Quelli accaduti all'interno dell'ambiente di lavoro erano stati 37.881 (-0,5% rispetto ai 38.058 del 2018, mentre gli incidenti mortali erano saliti da 55 a 61, per un +10,9%). In forte calo invece gli incidenti su mezzi di trasporto (da 1545 a 1452, con un calo del 6% mentre i mortali sono scesi da 21 a 12, dunque il 42,9% in meno). Gli infortuni in itinere, dunque per le persone che stavano recandosi a lavorare o stavano tornando a casa, erano invece cresciuti del 2,1% (salendo da 8.306 a 8.477), mentre i mortali sono calati del 12,9% (da 31 a 27).
La doccia fredda dell'anno della pandemia: un 2020 disastroso
L'impatto del Coronavirus emerge però con forza deflagrante nel corso del 2020, nella nostra regione, peraltro una delle più colpite in tutta Italia dal contagio. Il peso percentuale su scala nazionale è infatti per quanto riguarda gli infortuni in generale all'8,4%, mentre per i mortali è salito addirittura al 9,8%. Questo con Torino a mostrare l'incremento più alto dei decessi (sfiorando il +30%), pur in una dinamica decisamente articolata.
"Il periodo di lockdown ha bloccato le attività economiche - fa notare Giovanni Asaro, direttore regionale dell'Inail Piemonte - e dunque ha limitato gli episodi di infortuni ordinari, ma è un dato che è stato compensato dall'aumento dei contagi da Covid". I numeri mostrano infatti una diminuzione complessiva del 10,7% delle denunce (da 39.540 a 35.289), ma al tempo stesso una crescita di tragedie da 79 a 102.
Come detto, è il capoluogo a fare da parafulmine per questa casistica, a crescite importanti si registrano - almeno in chiave percentuale - anche in altre province come Alessandria, Biella o il Vco.
Il focus sul Coronavirus: più danni la prima ondata, più violenta la seconda
Facile a questo punto dedurre chi sia il colpevole di questo peggioramento improvviso. Ovviamente il Covid.
E ancora una volta sono i numeri, a testimoniare. Il Piemonte è tra le regioni più colpite dal contagio e al 31 ottobre il dato a livello regionale di casi di infezione da Coronavirus era di 9.790, ovvero il 14,7% dei 66.781 nazionali. Solo la Lombardia ha fatto peggio di noi (con il 33,1%). I casi mortali sono stati 30 su 332 (pari al 9%) e Torino, con la sua provincia, registra la performance peggiore con 5.113 casi (52,2% regionale e il 29% di tutte le tipologie di infortunio denunciati).
Diversamente da quanto si possa pensare, tuttavia, è stata però la prima ondata a colpire più duramente: 7200 casi da marzo a maggio (circa l'80% del totale) mentre la pausa estiva ha portato i casi denunciati a 714, risaliti a ottobre a 1.876 casi denunciati. "Il mese di novembre è in fase di elaborazione, mostrando un incremento - dice Asaro -, ma non potrà mai raggiungere il picco della prima ondata". Se il primo picco aveva però riguardato settimane "spalmate" tra marzo e giugno, la seconda ondata ha visto un'impennata improvvisa dalla metà di ottobre. "Una seconda ondata più violenta rispetto alla prima, ma in un arco temporale più ristretto", conferma il direttore di Inail Piemonte.
Una conferma che arriva anche dall'incidenza trimestrale dei casi Covid sul totale (36,8%, poi 56,3%, quindi 2,2 e 54,2% nel quarto trimestre, anche se ancora in corso).
L'identikit del Covid: più donne contagiate, ma più uomini morti. Un flagello nella Sanità
Secondo i numeri Inail, sono state tantissime le donne contagiate sul luogo di lavoro: rappresentano il 75,8% contro il 24,2% degli uomini, soprattutto nella fascia tra i 50 e 64 anni. Segue la fascia 35-49 e poi quella 18-34. Ma la situazione si inverte nella mortalità, con gli uomini che rappresentano l'80%.
Non stupisce che per il 64,6% si tratti di contagi in ambito sanitario e assistenziale (seguito dall'amministrazione pubblica al 18,4%), colpendo soprattutto i tecnici e i professionisti della salute (37,1 e 28,8%, cui si aggiunge il 9,5% dei medici, anche se non rientrano in questo conteggio i medici di famiglia, i liberi professionisti e i farmacisti). Ed è ovviamente il terziario a essere colpito a fondo, tra i settori.
Per quanto riguarda gli indennizzi, il peso degli infortuni Covid pesa per il 60% contro un 40% dei casi non Covid, dunque per erogazioni rispettivamente di 21 milioni e 15 milioni. Torino pesa per il 57% dei casi indennizzati, dunque oltre uno su due.
Sulla durata media, i casi Covid incidono per poco più di 30 giorni, mentre sono 28,6 quelli non Covid. Il costo medio è quasi identico, con 1.467 euro per i Covid e 1.427 euro per i casi non Covid. "Da quest'anno in poi - conclude il direttore - servirà modificare le nostre modalità di lettura sugli andamenti infortunistici, soprattutto attendendo i conti a consuntivo. E poi ci sarà tutto l'impegno legato ai postumi per le persone colpite dalla pandemia".
I commenti: "Riprogettare il mondo del lavoro, al fianco delle aziende"
"Una pandemia del tutto inaspettata mette da un lato una battaglia a livello sanitario, ma al tempo stesso la necessità di ridisegnare le nostre comunità urbane e dunque anche il mondo del lavoro", dice la sindaca di Torino, Chiara Appendino.
"Rappresentando tutte le imprese del territorio - spiega Guido Bolatto, segretario generale della Camera di Commercio di Torino - spesso siamo il tramite con l'Inail per quelle aziende, soprattutto le più piccole, che vogliono agire nella legalità. E questo diventa ancora più complesso in un momento come quello che stiamo vivendo".