Attualità - 18 dicembre 2020, 12:04

La Feu (Filiera Eventi Unita) boccia senza appello i padiglioni a forma di primula voluti da Arcuri

L'associazione contesta la scelta di affidare il progetto a un'archistar come Stefano Boeri quando vi sono i magazzini strapieni di gazebo dallo scorso marzo

Un fotomontaggio con la "primula" progettata dall'architetto Stefano Boeri nella milanese piazza del Duomo

Oltre ad aver suscitati gli ironici strali del web, i padiglioni per le vaccinazioni anti-Covid 19 a forma di primula, progettati dall’architetto Stefano Boeri su sollecitazione del Commissario Straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri, non convincono affatto neanche la FEU (Filiera Eventi Unita), nuova associazione a tutela del settore, che in un comunicato stampa, che riportiamo integralmente di seguito, li boccia senza appello.


LA FEU: "ASSURDO COSTRUIRE NUOVE STRUTTURE QUANDO I MAGAZZINI SONO PIENI DI GAZEBO INUTILIZZABILI DA MARZO"

FEU, filiera eventi unita, la nuova associazione a tutela di tutto il settore degli eventi boccia i centri vaccinali nelle piazze italiane a forma di primula. L’ultima uscita del commissario all’emergenza Domenico Arcuri che ha lanciato il romantico progetto “L’Italia rinasce con un fiore”, firmato beneficamente dall’archistar Stefano Boeri, fa discutere gli associati FEU e non solo.

“Ci sono miliardi di gazebo chiusi e fermi da marzo 2020 nei magazzini delle aziende e loro che fanno? Chiedono che vengano costruiti, con i soldi pubblici, delle nuove strutture, che non troveranno poi nessun altro utilizzo, dai costi esorbitanti, in un momento in cui non riescono neanche a dare ristori equi a tutte le persone. Continuando così a tenere immobili le nostre aziende e a far morire 570.000 addetti ai lavori” lamenta Adriano Ceccotti, presidente di FEU. L’associazione, nata da 35 giorni che chiede equi sostegni al Governo senza distinzione di codici ateco concentrata ora sul creare protocolli tecnici per una fattiva ripartenza, che ha al suo interno oltre 900 iscritti, 1700 aziende presenti sui gruppi e oltre 4400 su Facebook, batte i pugni sul tavolo per farsi sentire, perché questa iniziativa pare ridicola.

“In FEU siamo divisi in categorie e tra loro abbiamo le imprese di tensostrutture, sono 75, che con il loro materiale che hanno chiuso nei loro magazzini potrebbero coprire almeno 1.500.000 mq e che non sono stati presi assolutamente in considerazione per questa iniziativa”. Quindi non solo senza ristori dall’inizio della pandemia ma anche raggirati da iniziative irragionevoli. Ricordiamo che tutto il settore degli eventi, e parliamo del 2,5% del pil nazionale cioè circa 65 miliardi di euro annui, non ha ricevuto ristori perché considerati invisibili dai codici ateco e pare continuino ad esserlo.

Non solo tensostrutture ma il progetto di Arcuri necessita di pannelli, divisori, porte, pedane, pavimentazioni, impianti elettrici, allestimenti interni, servizi di sicurezza... tutte professionalità che fanno parte della filiera degli eventi, e che sono in lockdown da marzo. E continuano ad esserlo. Nonostante ciò la filiera si rende disponibile ad aprire un dialogo propositivo con Arcuri e a proporre un progetto nel rispetto dell’emergenza sanitaria ed economica della nostra Nazione. Al momento troppe le cose da capire di questa iniziativa: dove finiranno poi queste strutture? Quanto costeranno?

“Da una nostra stima interna – spiega Yuri Bricherasio referente della categoria tensostrutture e gazebo per FEU - essendo un progetto personalizzato ogni primula costerà dai 70.000 ai 100.000 euro”. E a conti fatti sostenendo Arcuri che “all’inizio ci saranno 300 punti di somministrazione per poi arrivare a 1500 gazebo nella fase massima” il costo per gli italiani sarà, stando ai conti fatti sommariamente da Bricherasio, di 150.000.000 di euro per vaccinarsi sotto una primula. Il tutto senza sapere con certezza neanche se i vaccini prenotati dall’Italia arriveranno nelle date previste. La serietà continua ad essere messa da parte dal cast del Governo che invece pensa a rendere simpatica solo la comunicazione.

Però il Commissario straordinario, spiega che “molte aziende svolgeranno questa funzione pro bono, come ha fatto l’architetto Boeri”. Continua il rappresentante di categoria, “Ma nessuna delle nostre aziende ad oggi è stata chiamata né per un preventivo, né per partecipare ad una gara d’appalto, ne tantomeno per “regalare il frutto del loro ingegno – usando le parole di Arcuri - affinché gli italiani possano vaccinarsi”. E noi continuiamo a chiederci: “Perché non spendono questi soldi per gli ospedali utilizzandone diversamente molti meno per noleggiare piuttosto materiali già esistenti? Perché non possono darci equi sostegni e poi trovano i soldi per queste iniziative? Perché ci sentiamo così presi in giro?”.

La primula per i vaccini sembra seguire la scia dei banchi a rotelle: inutile. L’Italia merita di più.

CHE COS'E' LA FEU

È nata a Roma il 5 novembre 2020 FEU - la filiera degli eventi unita, un’associazione a tutela di un settore completamente dimenticato dal governo: quello degli Eventi. Un settore dal valore del 2,5% del Pil nazionale. I numeri della Event Industry parlano chiaro: oltre 570.000 posti di lavoro a rischio, persone, che creano un indotto di 65 miliardi di euro per l’Italia intera e che nel 2020 hanno subito un crollo del fatturato rispetto l’anno precedente dell’87% per un valore pari a 45,5 miliardi di euro.

Da queste cifre emerge la necessità di difendersi. FEU è un comitato spontaneo no profit a tutela di tutte le aziende private e partita iva specializzate nel settore di eventi privati e organizzazione di matrimoni, generato in forma volontaria per dar voce al disagio di tutto un comparto che ha un grande impatto sull’economia nostrana e che in soli 20 giorni dalla sua nascita è riuscito ad ottenere un’audizione in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati facendo diventare le proprie proposte emendamenti, ora al vaglio del Parlamento per la prossima manovra finanziaria.

È un movimento nato di pancia da un messaggio WhatsApp dell’attuale Presidente Adriano Ceccotti, nome emblema della professionalità settoriale nazionale, e che oggi vanta in pochissimi giorni oltre 900 associati, 4500 iscritti ad un gruppo Facebook, 1800 aziende di settore attive, 25 referenti di categoria (queste le categorie: produzione allestimenti, location, catering, fioristi, organizzazione matrimoni, service audio e luci, intrattenimento musica, dj, cocktail bar catering, servizio fotografico e video, abiti da sposa uomo/donna, cake designer, tensostrutture, noleggio materiali, party planner, animazione bimbi – balloon artist, noleggio arredi, makeup&hairstylist, spettacoli pirotecnici, agenzie eventi, bomboniere – partecipazioni – stationary – calligraphy, noleggio auto con conducente, agenzie viaggio di nozze, security, hostess) ed un manifesto trasparente e rappresentativo di tutte le richieste delle aziende che gravitano intorno al reparto.

“Noi non vogliamo dare risposte - dice il presidente - noi vogliamo essere riconosciuti e rispettati come è giusto sia. Perché esistiamo e portiamo nella nostra nazione più di 65 miliardi di euro annui”. Un’associazione che vuole provvedere al riconoscimento di equi sostegni per tutto il periodo di emergenza da parte delle istituzioni (aiuti a fondo perduto, detassazioni dei contributi, redditi di emergenza per le partite iva, sospensione dei mutui e leasing), e che si pone l’obbiettivo di avanzare nuove strategie per riprogrammare una giusta ripartenza con dei protocolli sanitari adeguati, apertura ai corridoi turistici e bonus per le aziende e per i privati.

 

Redazione