Economia e lavoro - 23 gennaio 2021, 18:15

Cantieri fermi e lavori al palo: "Il Piemonte ha messo la marcia indietro rispetto all'Italia"

Calano le ore lavorate, gli iscritti alla cassa edile, mentre le gare non vanno avanti. Malabaila: "Così non c'è ripresa"

Non c'è colore o zona che tenga. Quello che non riapre, a Torino e in Piemonte, sono i cantieri. È questo l'appello che arriva da Ance Piemonte, che sul tavolo mette numeri derivati da mesi di rilevazioni. "I cantieri sono fermi, le ore lavorate diminuiscono e le gare pronte vengono rimandate".

E proprio le cifre dimostrano che "il Piemonte ha una marcia indietro rispetto all’Italia". In particolare, le ore lavorate nei primi undici mesi del 2020 sono diminuite dell'11,8% e i lavoratori iscritti alla cassa edile sono scesi del 2,4%. 

“Se non ripartono i cantieri non possiamo pensare a una ripresa economica della nostra regione - dice la presidente dell’Ance Piemonte e Valle d’Aosta, Paola Malabaila – È necessario che alla pubblicazione dei bandi di gara segua l’effettiva apertura dei cantieri: non bastano gli annunci".

In Piemonte, nel 2020 rispetto al 2019, complessivamente il numero dei bandi di gara è sceso del 14,9% mentre l’importo ha subito una flessione del 31,8%, in particolare, per i bandi fino a 5 milioni di euro l'importo è sceso del 24,3%, mentre per i bandi oltre 5 milioni di euro l'importo è sceso del 34,1%.

Rispetto alla media nazionale, i dati piemontesi delineano una situazione particolarmente critica. In Italia, nello stesso periodo di confronto, il numero dei bandi è sceso dell’11,1% a fronte di un incremento dell’importo del 28,7%:

Numeri cui si aggiunge la beffa della legge: "il Decreto Semplificazioni (all’art. 8) prevede l’obbligo di aggiudicare e consegnare entro dicembre 2020 tutte le gare con procedure ordinarie appaltate ante Covid - dicono da Ance Piemonte -, ma ad oggi non c’è traccia di monitoraggio da parte del Governo".

“Solo dopo la denuncia dell’Ance – aggiunge Malabaila – l’ANAS è intervenuta sbloccando le gare, ma non è pensabile di dover sempre arrivare a denunce estreme affinché l’ordinario possa trovare attuazione aprendo i cantieri nei tempi previsti”.

Massimiliano Sciullo