Cultura e tempo libero - 03 febbraio 2021, 08:49

"La cultura apre gli occhi, ma non ad Asti", la minoranza in Consiglio Comunale attacca la decisione di tenere chiusi i musei

Con una nota congiunta la minoranza spiega: "Asti va in direzione contraria, il Museo Egizio è sold out e Asti non è propositiva"

La minoranza in Consiglio Comunale ad Asti, con una nota congiunta si domanda perché ad Asti non "riapra" la cultura, in controtendenza al resto d'Italia.

"Da questa settimana in tutta Italia riaprono i musei - scrivono i consiglieri - il Colosseo festeggia con un concerto, si propone l’ingresso gratuito per l'Egizio di Torino e ad Asti, con un comunicato stampa,  la Fondazione Asti Musei, pur dicendosi rammaricata,  continuerà a tenere i musei chiusi".

I siti astigiani restano chiusi

 

La Fondazione Asti Musei, il 1 febbraio ha comunicato che i siti astigiani sarebbero rimasti chiusi: Palazzo Mazzetti, Palazzo Alfieri, la Cripta di Sant'Anastasio, la Domus Romana, la Torre Troyana, il Battistero di San Pietro e il museo Guglielminetti.

Il nuovo decreto emesso dal governo Conte  - aveva scritto la Fondazione - è una mezza misura che, pur permettendo l'apertura degli spazi museali, penalizza fortemente l'Ente che registra il 70% circa degli ingressi totali nel weekend raccogliendo in particolar modo turisti provenienti da altre Regioni. La pesante situazione e l'attuale incertezza rendono anche difficile poter ipotizzare, nei giorni settimanali, il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche", spiegano dalla Fondazione". 

 

"Decisione in controtendenza - scrive compatta la minoranza - sono molti, infatti,   i musei italiani che hanno scelto di celebrare la riapertura offrendo l’ingresso libero ai visitatori o i biglietti a prezzo ridotto. Si va al Museo mentre proseguono gli ingressi contingentati, i percorsi unidirezionali e l’obbligo nell’uso dei dispositivi di protezione individuale. 

L'Egizio è sold out

 Così mentre l'Egizio spalanca le sue porte , il Museo del Territorio Biellese riapre con ingresso gratuito, il museo civico di Casale, il Museo Leone e il Mac  di Vercelli tornano attivi, ad Asti si va controcorrente. 

I Musei, in Italia, nella maggior parte, scelgono una motivazione ben descritta dalle parole della dirigenza del Museo Egizio e lo fanno i grandi e i piccoli"

 

Il direttore del Museo Egizio, Christian Greco ha spiegato in un'intervista il ruolo dei musei e il perchè di una apertura anche economicamente svantaggiosa (gratuita) dell'Egizio: "Abbiamo voluto festeggiare la ripartenza con i cittadini. Il Museo è di tutti e il modo più bello di riaprire era quello di regalare il museo alla città e alla regione" ha detto.

 

"Mentre l'Egizio è sold out, concludono, mentre riaprono le mostre, mentre alcune realtà affrontano una ripartenza soft, Asti non si fa propositiva e accusa (forse il governo) per quella che definisce una mezza misura. 

Vi è  un calcolo contabile e da ragionieri alla base della scelta, contando gli ingressi del fine settimana (il 70%). 

Un approccio molto diverso dai musei prestigiosi che invece rilanciano per fidelizzare visitatori e per tornare a svolgere il proprio ruolo di poli culturali . 

La motivazione che viene aggiunta dalla Fondazione Musei è quella dell'incertezza relativa alle scuole: eppure le scuole primarie e quelle secondarie di primo grado sono totalmente in presenza e quale occasione migliore di questa ci sarebbe  per usare un patrimonio  museale così ricco come aprire i musei alle scuole! Sia per  un rilancio locale dei Musei che per offrire uno spazio didattico alternativo  al mondo dell'istruzione.

Una simile ripartenza andava preparata, come lo è stata in tutti i Musei d'Italia. Andava forse usato il tempo di chiusura per riflettere sul ruolo dei Musei, sull'offerta didattica, occorreva aprire i musei virtualmente, iniziare a programmare l'arrivo delle scolaresche.

Non convincono le motivazioni

Di tutto ciò, nulla è stato fatto. Anzi. Da tempo sosteniamo che  le  politiche rivolte alle scuole non sono  certo all'altezza e per nulla paragonabili  a quelle di  altri musei che invece propongono pacchetti culturali atti a stimolare la curiosità, l’interesse e l’approfondimento degli studenti. 

Non ci convincono le motivazioni del perdurare della serrata museale, non ci convincono le scelte della Fondazione Musei e vorremmo sapere quale bilancino economico è stato usato per assumere questa decisione. 

Continuiamo a pensare all'importanza di una visione di città in cui la Cultura sia al centro".

Betty Martinelli


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