Economia e lavoro - 04 febbraio 2021, 18:10

Assunzioni alla Casa di riposo, l'ira delle lavoratrici: "Negato il diritto di chi lavora ancora, con turni massacranti"

Le lavoratrici replicano all'entusiasmo espresso dai sindacati. "Da anni attendiamo la stabilizzazione, cosa che doveva essere cavallo di battaglia di tutti i sindacati"

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa integrale delle lavoratrici della Casa di riposo Città di Asti, dopo la notizia della possibilità di assunzione dei 20 vincitori del concorso 2019.

Dispiace apprendere dai giornali l’entusiasmo di FP CGIL E CISL FP di una sentenza che lede la dignità/rispettabilità delle lavoratrici che per più di 10 anni hanno lavorato presso la Casa di riposo Città di Asti, le quali attendevano da anni la stabilizzazione, cosa che, doveva essere cavallo di battaglia di tutte le Organizzazioni Sindacali.

Infatti, un diritto è stato negato, il diritto di chi lavora ancora e di chi ha lavorato all’interno della struttura, facendo turni massacranti.

Adesso parliamo un po’ di noi, “chi siamo”, siano delle donne, delle mamme che, hanno iniziato a lavorare in casa di riposo (Maina), quando avevamo una trentina d’anni, oggi qualcuna di noi è sotto la cinquantina, sappiamo come è difficile trovare un altro lavoro, troppo giovane per la pensione e troppo grande (vecchia) per essere assunta. Come abbiamo già detto, aspettavamo con fervore la possibilità di una stabilizzazione, come era previsto dal bando, in quanto lo stesso prevedeva l’assegnazione del 50% dei posti per tale causa.

L’entusiasmo di chi doveva lottare, per un diritto acquisito, è vergognoso.

Rimane di fatto che, di noi “lavoratrici di serie B”, Ve ne siete fregati favorendo nuove assunzioni.

Purtroppo, qualcuno predica bene e razzola male.

Le lavoratrici

Al direttore