Al Direttore - 23 febbraio 2021, 17:10

Boccia: "Ambasciatore ucciso in Congo? Una tragedia che poteva essere evitata"

Il consigliere comunale in una nota stampa esprime il suo punto di vista sull'accaduto

Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa del consigliere comunale Giovanni Boccia, in merito all'uccisione dell'Ambasciatore in Congo e al giovane carabiniere.

Che tristezza, nell’apprendere della barbara uccisione del nostro Ambasciatore in Congo, del giovane Carabiniere e del povero autista. La mia vicinanza va alle loro famiglie. Adesso l’ONU, l’Italia, l’Unione Europea e (peggio ancora) il governo congolese, avvieranno indagini sofisticate (in una zona dove manca l’elettricità e l’acqua potabile) e ognuno azzarderà la sua personale ipotesi (dall’ISIS, ai ribelli congolesi, agli integralisti islamici…) e poi tireranno fuori lo sfigato di turno additandolo quale colpevole (caso Ilaria Alpi docet).

Conosco personalmente quelle zone e ribadisco le loro enormi pericolosità. Ebbene, questa “pericolosità” vale per tutti, ma (per motivi molto nobili) non vale per noi italiani e (per motivi molto meno nobili) vale pure per i cinesi. In dette zone, dove si parla solo il francese (a parte i dialetti locali) affermare di essere belga, olandese, francese o americano equivale a firmare, a vario titolo, la propria condanna a morte. Essi sono considerati solamente come gli sfruttatori delle loro ricchezze e basta. Noi italiani siamo amatissimi, siamo visti come benefattori, noi siamo i missionari (specie salesiani) o i validi volontari delle varie ONG. Insomma il detto: “italiani brava gente”, trova piena applicazione in quelle realtà. I cinesi? Loro arrivano con valigette piene di dollari, superscortati, corruttori “urbi et orbi” e praticamente sono intoccabili.

La “MONUSCO” – cercare su internet – è la missione dell’ONU ivi operante ed è odiatissima sia dalle tante milizie che controllano molti territori della zona, (e alle quali bisogna fare riferimento per lo sfruttamento delle risorse), che dalla stragrande maggioranza della popolazione la quale non comprende cosa ci stiano a fare (da oltre 15 anni) così tanti militari, senza apportare nessun miglioramento alla loro povera vita. La locale popolazione non riesce a capire cosa significhi vivere eventualmente senza corrompere la polizia, i pubblici ufficiali o i politici a tutti i livelli (a chi sostiene: “Anche qui da noi abbiamo la corruzione.”, io confermo, senza tema d’essere smentito che, in paragone, da noi “son noccioline”.) Ebbene, tutto questo per dire che, l’errore dei nostri connazionali uccisi, è stato semplicemente quello di far parte di un vistoso convoglio ONU.

Si fossero mossi con una vecchia utilitaria e con insegne che chiaramente li contraddistinguessero come italiani, tutto questo (per mia conoscenza e modo di leggere gli eventi riportati dai mass media), non sarebbe mai successo. Io stesso, in dette zone, mi sono mosso più volte sotto scorta armata (Congo, Ruanda, Burundi) e la tensione era spesso altissima, ma quando, sempre negli stessi luoghi, mi sono poi spostato da solo ho sempre viaggiato con una certa tranquillità. L’unica accortezza? Sebbene io sia bianco e parli il francese correntemente, ho sempre e subito sbandierato di essere italiano.

Giovanni Boccia

Al direttore


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