Economia e lavoro - 15 marzo 2021, 13:09

Una visione verso l'Asti del 2030. I sindacati presentano il loro documento al Tavolo di Sviluppo

"Non solo Recovery Plan ma esigenze reali del territorio. Con il vecchio ospedale si pensi ad una cittadella universitaria". Torna l'idea della metropolitana leggera

Il vecchio ospedale di Asti

Una visione complessiva che guardi al futuro con lungimiranza.

È l’obiettivo del documento che Cgil, Cisl e Uil, hanno inviato al tavolo dello sviluppo astigiano per contribuire ad un dibattito che non tenga conto solo dei fondi del Recovery Plan, ma delle esigenze del territorio.

Se tante delle proposte possono essere state ‘riesumate’ da vecchi progetti rimasti nei cassetti, ma sempre valide e realizzabili, quello che è emerso dalla conferenza stampa convocata è che forse ad Asti manchi davvero lo sguardo rivolto al futuro

Dagli immobili vuoti alla metropolitana leggera.. È tempo di realizzare

Nel documento proposto sono stati affrontati diversi temi: dal riutilizzo degli immobili dismessi alla creazione delle infrastrutture nell’area industriale astigiana; dalla tutela dell’ambiente all’enogastronomia ed al turismo; dai distretti del commercio alla logistica; dalle reti materiali a quelle immateriali; dalle infrastrutture alla mobilità sostenibile.

“Guardiamo al 2030 – spiega Luca Quagliotti (Cgil) - su 12 assi assi disviluppo, interconnessi tra loro. Una delle prime questioni è la valorizzazione dell’economia di prossimità, occorre mettere in campo idee per favorire le start up, le buone pratiche, il potenziamento delle sinergie con un centro servizi che sia collegato a Università del territorio e Politecnico”.

Secondo le proposte dei sindacati la partita vedrebbe al centro l’università astigiana, con la quale favorire un polo di ricerca per l’enomeccanica e settore vinicolo: “settore che non conosce la crisi – rimarca Quagliotti - ma se non c’è progettualità si rischia di tornare indietro. È curioso che Asti non abbia un corso dedicato”.

Una provincia che perde il suo appeal?

Asti risulta essere 102esima su 110 per numero di laureati, una provincia che sembra perdere appeal “Occorre un cambio di passo”.

Per l’ennesima volta sul tavolo torna l’annoso problema degli immobili vuoti e la visione di Cgil Cisl e Uil lo proietta, in parte verso una cittadella universitaria.

Una ‘visione’ che sfrutterebbe il vecchio ospedale anche come polo culturale data la vicinanza con la sede universitaria. Gli altri immobili vuoti potrebbero diventare Case della Salute, sportelli per il cittadino. “Serve un coordinamento e manca una logica di prossimità, prosegue Quagliotti  che chiede con forza un piano urbanistico per insediamenti industriali.

Mobilità sostenibile e messa in sicurezza del territorio

In provincia di Asti, secondo recenti dati elaborati da Coldiretti, il consumo di suolo è di 11.507 ettari, pari al 6,6% del consumo di tutto il Piemonte), "Siamo costantemente esposti a nuove minacce, dal rischio idrogeologico all'inquinamento, attraverso lo sviluppo di attività tipiche dell'economia di prossimità".

Al centro dell’ambizioso progetto anche la mobilità sostenibile, con le reti ferroviarie in disuso si propone di creare una metropolitana leggera di superficie che colleghi i paesi della provincia, notoriamente molto frammentata.

“La messa in sicurezza del territorio è un ottimo volano occupazionale. Troppo spesso ci sono crolli di strutture. Non vogliamo le briciole nel progetto Slala, Asti può essere uno degli snodi della logistica. Bene finalmente l’Asti Cuneo, ma non abbandoniamo l’idea di una connessione con Casale”.

Il turismo al centro

“Asti ha forza ed eccellenze – dice Stefano Calella (Cisl), l’export ha un volume di affari da 733mila euro a trimestre. Per rilanciare le piccole imprese si possono offrire servizi a misura e occorre associare una buona formazione territoriale".

"C’è molto da fare anche sul turismo, vogliamo andare su un approccio più sistemico, il ruolo centrale lo può fare la nuova Atl, per intercettare i flussi turistici, con pacchetti e iniziative ben definite”.

E turismo vuol dire anche commercio e piccole botteghe nei centri storici, “va rivalutato in modo più strutturato e organico. Stanno nascendo bandi e progetti per i Distretti commerciali con risorse regionali che possono aiutarci a riqualificare le aree e favorire il turismo di natura commerciale “.

Indubbiamente commercio e turismo sono stati i settori più colpiti dalla crisi Covid.

Secondo Calella è fondamentale, dato il progressivo invecchiamento della popolazione (secondo Istat gli over65 sono il 26,6% della popolazione totale), concentrarsi su cure e benessere.

“Crediamo che il tavolo sviluppo sia uno strumento dove tutti possono giocare il loro ruolo. Strategico insieme al fatto che si giochi con Astiss e le altre università che mettono in campo le migliori risorse universitarie”.

Un primo risultato, mettere insieme istituzioni e associazioni

Per Armando Dagna (Uil) aver sollecitato istituzioni e associazioni del territorio è già un primo risultato. “siamo l’unico territorio del Piemonte che ha iniziato un dibattito rispetto alla costruzione del futuro. Il dibattito è fondamentale nelle diversità. Asti sta soffocando e la mancanza di infrastrutture soffoca anche lo spirito innovativo che cerca sfogo da altre parti. Puntiamo molto sulla valorizzazione del capitale umano”.

Il blocco dei licenziamenti e i 6/7mila posti che ‘ballano’ nell’Astigiano, restano una spada di Damocle che i sindacati stanno considerando: “La crisi ha dato un duro colpo all’economia già prima della pandemia che sta proseguendo l’opera ma Asti ha le potenzialità per coglierne le opportunità a cambiare la propria visione”, conclude Dagna.

All’incontro online era presente anche Marco Ciani segretario generale Cisl Alessandria Asti: “Uno dei pregi di questo documento è che i temi siano declinati su diversi territori”.

Il documento completo

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 tavolo dello sviluppo ultimo (25 kB)

Betty Martinelli