Economia e lavoro - 17 marzo 2021, 18:40

Motore Italia, da Intesa Sanpaolo oltre 5 miliardi di euro per sostenere le pmi piemontesi

Coinvolti anche i territori di Liguria e Valle d'Aosta. Testa: "Anche in un anno difficile come il 2020 abbiamo sostenuto le aziende del Nord Ovest". E ora il Piemonte attende il terzo trimestre 2021: "Siamo una regione che esporta e che può ripartire"

E' pronto a rombare anche all'interno dei nostri confini regionali il Motore Italia: il programma promosso da Intesa Sanpaolo con un plafond che - solo per il Piemonte, insieme a Liguria e valle d'Aosta - prevede oltre 5 miliardi di euro a disposizione delle pmi. In particolare, cinque miliardi e 300 milioni, dedicati alle circa 120mila aziende clienti del Gruppo e che scandiscono il tessuto economico del Nord Ovest.

Complessivamente, il piano su scala nazionale prevede 50 miliardi di nuova liquidità e accanto al sostegno finanziario prevede anche - come prima misura - l’allungamento delle linee di credito esistenti fino a 15 anni. Le parole d'ordine, poi, sono investimenti, crescita, competitività e l'ormai irrinunciabile transizione tecnologica e sostenibile.

D'altra parte, in un periodo di grandi incertezze, risulta piuttosto facile prevedere invece che ci saranno nuovi bisogni di liquidità e supporto, anche in vista delle prossime scadenze delle misure governative. 

"Vogliamo far girare il motore del nostro territorio nella maniera giusta, ma questo si può fare solo facendo sistema, anche con le risorse in arrivo dall'Europa e con le risorse stanziate dal governo. Già nel 2020 abbiamo sostenuto il tessuto produttivo del Nord Ovest -dice Teresio Testa, direttore regionale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta di Intesa Sanpaolo - e lo faremo anche quest'anno".

I numeri dicono che nello scorso anno e fino al mese di febbraio 2021, nelle tre regioni considerate, le aziende hanno beneficiato di finanziamenti a medio-lungo termine, compresi gli interventi per il Covid-19, per circa 3,5 miliardi di euro. "Alle imprese abbiamo inoltre concesso oltre 40mila moratorie per un debito residuo di 5,8 miliardi e favorito, fino ad oggi, più di 90 accordi regionali di filiera. Abbiamo inoltre in corso erogazioni di S-Loan per circa 50 milioni di euro e progetti finanziati con il plafond circular economy per ulteriori 30 milioni di euro. Ora è il momento di fare un passo in più per accelerare insieme il rilancio, con un impegno orientato a un futuro sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale".

La speranza nel terzo trimestre 2021

"Ci sono molte incertezze, ma anche gli elementi per pensare che dal terzo trimestre, grazie alla campagna vaccinale e un graduale ritorno alla normalità, possa arrivare una svolta, un'accelerazione, soprattutto per una regione molto vocata all'export come il Piemonte - spiega Fabrizio Guelpa, Responsabile Industry & Banking Research della Direzione Studi e Ricerche -. Ma mai come in questo momento la crescita deve essere sostenuta con politiche monetarie accomodanti ed espansive dal punto di vista fiscale".

Per quanto riguarda le previsioni nel biennio 2021-2022, la ripresa dell’economia italiana sarà parziale rispetto alla caduta del PIL subita nel 2020 (+3,7% dopo -8,9%). Pesano lo stato in cui si trovano i servizi (ristorazione e non solo), ma anche l'andamento dei consumi. E Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, in termini di recupero del fatturato, sono ben posizionate soprattutto per quanto riguarda le filiere farmaceutica e biomedicale e del commercio di beni di prima necessità. È atteso un buon recupero per il settore delle costruzioni e del sistema casa, grazie all’ecobonus. 
Dunque la salute, le esigenze più di base, mentre settori come i trasporti e simili soffriranno ancora.

"Un altro elemento importante è legato al tasso di risparmio - prosegue Guelpa -. Lo scorso anno è raddoppiato, un po' perché non si poteva comprare con i negozi chiusi o le vacanze limitate, un po' per il livello di guardia che la popolazione ha voluto aumentare. Ora però queste risorse devono tornare in circolo".

Rilanciare gli investimenti: soprattutto sul green

Un reale cambio di passo sarà però possibile solo aumentando significativamente gli investimenti, soprattutto immateriali. In Piemonte, il livello degli investimenti fissi lordi nel 2019 è circa il 6% sotto il livello del 2008, in Liguria il 4% e in Valle d’Aosta il 40% in meno mentre per in Italia è inferiore del 16%. Se avessimo mantenuto la stessa dinamica tedesca (20% in più) o Francia (+10%), "avremmo oggi a livello nazionale 128 miliardi di investimenti in più, che si traducono in circa 7,6 miliardi per il Piemonte, 2 per la Liguria e 800 milioni per la Valle d’Aosta". 

È necessario investire sul green e sul digitale. Anche su questo aspetto emerge un ritardo, sia a livello italiano che territoriale: secondo un sondaggio condotto da Intesa Sanpaolo presso la rete di gestori imprese e aziende retail, nel 2020 nelle tre regioni l’incremento nell’adozione delle soluzioni digitali è stato più accentuato per lo smart working ma meno per quanto riguarda gli aspetti della logistica, dei processi produttivi, dell’e-commerce e del marketing digitale, soprattutto per le imprese di minori dimensioni. Però sempre le stesse indagini dimostrano come a livello di mercato i consumatori siano disposti a pagare di più (spesso molto di più) per un prodotto che sia sostenibile.

Massimiliano Sciullo