Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota stampa a firma dei consiglieri di minoranza, sulla gestione dei progetti presentati per il Recovery Fund.
Discutere ora sui progetti presentati per il Recovery fund è tempo perso.
La scadenza è stata il 20 marzo e il “pacchetto” è già stato inviato in Regione.
Avremo modo di discutere la qualità e la validità dei progetti presentati ma ora ci preme riportare verità su come sono andate le cose.
Il sindaco ha indetto due brevi riunioni informali (non di Consiglio Comunale): nella prima ha comunicato che la modalità di lavoro era quella dei “tavoli” organizzati dall’Università.
Tavoli a cui nessuno dei consiglieri era invitato.
Nel secondo incontro ha comunicato invece che nel frattempo era stato preparato un elenco di progetti il cui ammontare era di 59 milioni 250mila euro.
In quell’incontro (sempre telematico) i consiglieri presenti (e della minoranza c’eravamo quasi tutti, tranne chi, per lavoro, non poteva esserci), alcuni di noi e anche alcuni della maggioranza hanno avanzato idee e proposte: sistemazione palestre e Casermone, vecchio ospedale, Casa di Riposo, città dello sport, riqualificazione del centro storico, mercato coperto e ex croce verde… solo per citarne alcuni.
Non se ne è più saputo nulla fino a che il sindaco, in perenne ricerca di spazi sui giornali e sui media, ha sbottato accusando la minoranza (non tutta) di non aver dato alcuna idea, né collaborato.
Ora: imbastire progetti in due ore scarse di riunione non è già semplice. Diventa impossibile se, per principio, le idee proposte non vengono considerate e se non si ristabilisce quel clima di riconoscimento reciproco che è fondamentale in una democrazia.
Per Rasero, invece, il metodo partecipativo è sbrigativo: lui parla e gli altri ascoltano e magari devono pure dargli ragione!
Vive in una eterna diretta Facebook e accetta solo di dividere lo streaming con un altro importante personaggio cittadino che è anche il presidente di ASTISS.
E così il Recovery Fund del Comune che poteva diventare l’occasione per disegnare il futuro della città, con scelte strategiche condivise, è diventato una mera sommatoria di idee e progetti che giacevano nei cassetti del Comune e che il sindaco, impugnando il piumino ( come per ripulire i davanzali del Municipio) si è affrettato a spolverare per dimostrare la sua “efficienza”.
Un piumino come scettro del potere!
Questo dilettantismo partecipativo, progettuale e di visione strategica si può perdonare se l’uomo solo al comando toglie la polvere dai davanzali; non si può tollerare, invece, per decidere il futuro della città.
Una città immobile, sofferente, impaurita e senza più slancio che ha diritto ad una “primavera innovativa di progetti” e che invece deve accontentarsi della “pulizia di primavera” di vecchi progetti, non più al passo con i tempi.
Non ci lamentiamo di non essere stati ascoltati ( e neppure invitati): siamo tutti i giorni tra i cittadini e cerchiamo di svolgere correttamente il nostro ruolo, nel rispetto dei ruoli ma con l’ assoluta convinzione che Asti meriti di più e di meglio!
I consiglieri:
Mario Malandrone
Angela Quaglia
Mauro Bosia
Michele Anselmo
Giorgio Spata
Massimo Cerruti
Maria Ferlisi
Giuseppe Dolce
Luciano Sutera
Davide Giargia
Martina Veneto