Attualità - 28 aprile 2021, 08:09

Trasporti: “per ovviare alle mancanze della Regione si riattivi totalmente il servizio ferroviario”

Lo chiede il Co.M.I.S. Piemonte (Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile), esprimendo preoccupazione per le perduranti carenze

Le affermazioni dell’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi, secondo cui il trasporto pubblico locale si trova nelle medesime condizioni del novembre scorso, hanno suscitato la piccata reazione del Co.M.I.S. Piemonte (Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile). Che sottolinea come la responsabilità di questa situazione “non può che essere attribuita all’amministrazione regionale ed all’Agenzia della Mobilità Piemontese in quanto soggetti preposti all’organizzazione specifica”.

“È ormai noto a tutti – argomentano dal Comitato – che dall’estate scorsa lo Stato ha stanziato ingenti somme per l’aumento dell’offerta e la compensazione dei mancati introiti nel settore trasporti, quindi ci chiediamo in che modo siano stati utilizzati visto anche il fatto che nel recente passato abbiamo assistito ad episodi di sovraffollamento sui mezzi”.

Aggiungendo che I modelli di esercizio sarebbero dovuti essere redatti e concordati già entro settembre 2020 e replicati ad ogni occasione di allentamento delle misure di confinamento, con le dovute modifiche ove necessarie, mentre invece nulla è cambiato, come conferma l’Assessore nelle sue dichiarazioni”.

Il Comitato, pertanto, chiede di ovviare ai ritardi mediante l’immediata riattivazione totale del servizio ferroviario incomprensibilmente mantenuto all’80% della potenzialità, almeno alla situazione pre Covid, reintroducendo tutte le corse eliminate durante il 2020, compreso il tempestivo ripristino delle tratte Bra – Cavallermaggiore e Saluzzo – Savigliano che permetterebbe di recuperare dei mezzi gommati per destinarli ad altri collegamenti” e il parallelo potenziamento del servizio bus sulle reti urbane e suburbane, ove non esiste il treno”.

Il Comitato pone poi l’attenzione sullo specifico caso della tratta Asti – Acqui Terme sulla quale permane la riduzione drastica delle corse operata l'anno scorso: ci sono solo più 8 coppie di treni da 14 che erano in precedenza e nessun servizio al sabato, alla domenica non esistevano già prima.
Per quella linea siamo preoccupati in quanto se il servizio rimane così, quindi con calo di utenza, temiamo possa essere tra le prime ad essere sospesa del tutto in caso di nuovi tagli che aggraverebbero ulteriormente la mobilità astigiana su mezzi pubblici, già pesantemente compromessa”.

Redazione