La bella notizia è che l’ENIT, Ente Nazionale del Turismo italiano, ha aperto il suo archivio storico rendendolo fruibile in digitale. 100 anni di turismo in Italia raccontato con oltre 100 mila tra diapositive, foto e manifesti che raccontano l’Italia e l’evoluzione di gusti, soggetti e destinazioni, nella promozione della tanta bellezza e dei tanti luoghi di fascino del Bel Paese. Patrimonio culturale conservato nel suo archivio storico, ora digitalizzato e messo a disposizione del pubblico, online. Un progetto di sistematizzazione, catalogazione, studio e valorizzazione avviato in occasione dell’anniversario dei cento anni dalla fondazione dell’Ente, datato 2019.
Curiosando tra migliaia di immagini, è bello toccare l’incontro tra la creatività nostrana e l’evoluzione sociale della Penisola durante il suo sviluppo turistico. Belli i molti manifesti storici, le campagne promozionali firmate dai grandi designer e illustratori, pubblicitari antesignani fino agli anni ’50. 100 anni di valorizzazione di un prodotto incredibile, unico al mondo e diffuso ovunque. col risultato di passare da qualche centinaio di migliaia di visitatori di inizio ‘900 agli oltre 60 milioni di arrivi odierni, di contribuire al sistema economico nazionale con un paio di miliardi di lire ai primordi, fino all’attuale cinquantina di miliardi di euro. L’iniziativa messa in campo da ENIT è un ottimo e nuovo modo per conservare, arricchire e mettere a disposizione un bel pezzo del nostro patrimonio culturale, a beneficio dei cittadini di oggi e delle generazioni future. Una declinazione della cultura turistica che comunica le proprie attrattive in modo coinvolgente e seducente, un magnifico strumento di conoscenza. Bravi.
E fin qui la bella notizia. Quella meno bella è che, a due anni dall’inizio lavori, la digitalizzazione dell’archivio ha compreso per ora solo nove regioni: Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria. Per vedere qualcosa di Piemonte, Asti e Astigiano abbiamo da aspettare ancora un po’. Peccato.
A caccia allora di qualche locandina o campagna pubblicitaria marchiata Asti, mi imbatto in un manifesto, quello in foto, del 1939 attribuito a Gino Frattini, pittore veronese di nascita ma ligure di adozione e ispirazione artistica. Opera presente nell’Archivio Generale dei beni culturali che offre, a prima occhiata, altre 33.893 opere della stessa città. Peccato poi appurare che la città in oggetto sia Treviso, dove è parte della spettacolare Raccolta Nando Salce, grande collezionista di manifesti pubblicitari con quasi 25.000 pezzi raccolti dal 1895 al 1962. Uffa. Non era giornata.