Viviamo in un posto bellissimo - 12 giugno 2021, 07:30

Viviamo in un posto bellissimo forte di volontà, povero di aiuti

Puntata dedicata ad un’analisi previsionale di Confcommercio sui flussi turistici estivi che segnala ripresa e suggerisce, anche lei, rilancio con la promozione

L'iconica Cattedrale di Asti, in una bellissima foto di Efrem Zanchettin

Preoccupazioni ed effetti pandemici si stanno affievolendo e il turismo prova a ripartire dall’estate. Dopo dodici mesi terribili per il settore, e non solo, la stagione estiva 2021 consegna i primi segnali di riavvio, segnali concreti di ripartenza. Ma è una ripartenza ancora lenta, soprattutto dal punto di vista della domanda straniera, come emerge dall’indagine previsionale condotta dal Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti su 2.185 imprenditori della ricettività nazionale, intervistati su prenotazioni e aspettative. L’abstract dello studio prevede, tra giugno e agosto, 33 milioni di arrivi e 140 milioni di pernottamenti nelle strutture ricettive italiane, in gergo tecnico: presenze. Una rimonta che non basta però a raggiungere i livelli pre-covid: l’estate 2019, l’ultima prima della pandemia, aveva registrato 73,5 milioni di presenze in più.

A segnalare gli andamenti migliori sarebbero gli imprenditori del Sud e delle Isole (+23,9%), mentre il nostro Nord Ovest si dovrebbe attestare ad +20,1%. A recuperare presenze saranno soprattutto le strutture extralberghiere, assieme ad una rimonta più veloce delle città d’arte. Nelle destinazioni caratterizzate da arte e cultura, praticamente azzerate lo scorso anno, si prevede un aumento del 24,3%; un po’ più al ribasso campagna e collina (+19,6%), montagna (+19,4%) e laghi (+17,6%).

Il turismo di prossimità resterà centrale, con presenze italiane, previste per questo trimestre estivo, pari a 105 milioni nonostante un qualche recupero di domanda straniera, stimato al +24,1%, ma ancora sotto di quasi 66 milioni rispetto al 2019, quando avevano superato quota 100 milioni.

L’auspicio è che il consuntivo di fine estate consegni risultati migliori, grazie anche al passaporto sanitario europeo in partenza dal primo luglio. Per ripartire pero non basta riaprire: c’era e c’è bisogno di un piano di rilancio e promozione della destinazione Italia presso i mercati esteri, così come, sul mercato interno, di pubblicizzare mete, regioni ed esperienze locali.

Molte regioni, da almeno un paio di mesi, ci stanno martellando, in tv, su carta stampata e social: Trentino, Marche, Umbria, Sicilia, Puglia, Emilia, Toscana e Liguria. E il Piemonte? Il Piemonte invece di promuoversi come gli altri ha scelto di puntare tutto sui Voucher Vacanze, quelli delle tre notti al prezzo di una; ha scelto la leva prezzo che, tornati alla normalità, mi scappa da ridere, per non dire altro. Ne sono stati venduti 40.000, con il risultato di essere certi di 80.000 arrivi e 240.000 pernottamenti. Niente (2,4%) rispetto alla decina di milioni di presenze da recuperare per tornare ai livelli di flussi turistici ante pandemia. Tergiverso infine su strategie e attività promozionali dalle nostre parti che ne uscirei volgare.

I nostri territori possono benissimo e devono mirare ad essere protagonisti di questa ripresa, forti di volontà, esperienza, qualità e credibilità di migliaia di persone che qui vivono e lavorano. Forti di tanta bellezza e di grande varietà, in gergo tecnico: gamma. Le somme si tireranno a fine estate, ma qualche aiutino di certo non avrebbe guastato.

Davide Palazzetti