Come prevedibile, le perplessità espresse da Beppe Rovera, giornalista ed ex candidato a sindaco di Asti, in merito all’assenza di esponenti dell’Amministrazione comunale dall’incontro con il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri (CLICCA QUI per rileggere l'articolo) non è caduto nel vuoto politico.
Una pronta replica è giunta dal vicesindaco Marcello Coppo, da noi interpellato a riguardo: “Sinceramente ieri ho avuto un impegno di famiglia – ci ha spiegato –, al termine del quale siamo tornati a casa con i bambini e mia moglie molto stanchi, per cui sarebbe stato oggettivamente difficile spostarsi per andare ad assistere all’incontro. E comunque non è che debbo necessariamente andare a sentire Gratteri per dimostrare che sono contro la mafia”.
Coppo ha altresì rivendicato con orgoglio l’impegno contro la criminalità posto in essere dall’Amministrazione: “L’abbiamo già dimostrata costituendoci parte civile nel processo “Barbarossa” (operazione dei carabinieri che ha smantellato una ‘locale’ della malavita calabrese nell’Astigiano, ndr.) Inoltre, quando ero ancora io l’assessore alla Trasparenza, abbiamo posto in essere i controlli anti corruzione ripresentando i sistemi di controllo degli atti amministrativi che erano stati smantellati dal PD e dall’area del dottor Rovera”
“Noi dimostriamo con fatti concreti e azioni amministrative la nostra capacità di creare argini a quelli che sono dei comportamenti socialmente deplorevoli e pericolosi per la democrazia in sé – ha aggiunto Coppo –. Non si può affermare che non partecipare a un incontro di Passepartout comporti non contrastare la criminalità”.
“Capisco che le elezioni si avvicinano e ogni scusa è buona per gettare fango sugli avversari politici… - ha concluso il vicesindaco – se poi la sua insinuazione è correlata a qualcosa di più grave non lo scriva su Facebook, ma muova accuse precise e in quel caso, poi, ci vedremmo quando verranno presentate le querele. Se ritiene che la nostra Amministrazione non abbia fatto abbastanza o abbia posto in essere fatti gravi faccia nomi e definisca gli episodi e poi ci si vedrà nelle sedi opportune. Se no – piuttosto che raccontare ‘fake news’ o dare interpretazioni forzate a livello propagandistico – è molto meglio tacere”.